Conti correnti a San Marino, l’On. Ricciatti richiede i dati sul rientro dei capitali

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PESARO – Il dato è significativo: 2.867 cittadini della provincia di Pesaro e Urbino avrebbero portato, senza dichiararlo al fisco, capitali nella Repubblica di San Marino. E’ quanto emerge da una inchiesta della Guardia di Finanza e della Procura della Repubblica di Forlì, rivelata dal settimanale L’Espresso. L’inchiesta, denominata “Torre d’avorio”, è stata condotta con un nuovo metodo d’indagine che ha consentito di risalire a circa 27 mila cittadini italiani che avrebbero portato a San Marino, nel periodo dal 2006 al 2014, più di 22 miliardi di euro.

“Un dato impressionante – commenta l’on. Lara Ricciatti di Sel, intervenuta con un atto di sindacato ispettivo sulla vicenda – che fotografa una evasione di massa proprio nel periodo peggiore della crisi. Crisi che molti hanno pagato con dolore e sacrifici, perdendo il lavoro o addirittura togliendosi la vita per non esser riusciti a salvare la propria azienda o a far fronte ai debiti. Se la giustizia accerterà quanto sta emergendo dalle indagini, avremo l’ennesima prova di quanto molti di noi hanno ripetuto sino allo sfinimento in questi anni: la crisi la pagano solo alcuni, i più deboli e gli onesti”.

“A fronte di tali evidenze è necessario capire come si muoverà il governo, che proprio ieri ha prorogato sino al 30 novembre prossimo la ‘voluntary disclosure’ [lo strumento che consente ai contribuenti che detengono illecitamente patrimoni all’estero di regolarizzare la propria posizione denunciando spontaneamente all’Amministrazione finanziaria la violazione degli obblighi di monitoraggio, ndr]. Per questo ho immediatamente avanzato la richiesta al ministro dell’Economia e delle Finanze Padoan di conoscere i dati sul rientro dei capitali da San Marino, per comprendere l’efficacia reale di questo strumento, e di conoscere le ulteriori misure che intenda attuare per intensificare il contrasto all’evasione fiscale”.

“I dati sull’evasione e sulla corruzione – conclude Ricciatti – descrivono un Paese che avrebbe tutte le risorse necessarie per far ripartire la propria economia e rilanciare gli investimenti in settori strategici, senza tagliare risorse al welfare. Può sembrare una banalità ripeterlo, ma una ripresa stabile e duratura passa dalla prioritaria necessità di recuperare quelle risorse”.

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