Cartoceto, Oliv-Get un anno dopo: seminario per il bilancio e i risultati del progetto

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CARTOCETO – Potenziare ed accrescere la produzione olivicola nelle colline del territorio marchigiano.
È questo l’obiettivo di un progetto triennale finanziato dal PSR Marche denominato “Oliv-get”. Ad un anno di distanza dal percorso di studi e ricerche, sabato scorso in un seminario al Teatro del Trionfo di Cartoceto, sono stati presentati gli esiti e i primi risultati sul lavoro svolto.
Un’iniziativa ideata dalla Proloco di Cartoceto e  nata dalla collaborazione tra l’amministrazione locale e quella di Vallefoglia, il Consorzio Dop Cartoceto, il Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentare ed Ambientale dell’Università Politenica delle Marche, il Centro di Ricerca e Servizio Smart Farming di Ancona, Agronica Group Srl e l’Istituto pesarese “Cecchi”.
Tutti uniti per valorizzare, attraverso azioni mirate, le risorse genetiche dell’olivo e introdurre nuove tecniche a basso impatto ambientale nell’areale Dop di Cartoceto.
Presenti tra gli altri, oltre all’Assessore del Comune Debora Conti, i professori dell’Istituto Cecchi, il professor Neri dell’Università Politenica delle Marche, i giovani studenti che rappresentano il futuro e il ricambio generazionale.
Il Frantoio della Rocca di Cartoceto, l’Azienda agricola “Luvia” sempre del territorio cartocetano, l’azienda agricola “Lacrima Verde” di Isola del Piano, l’Azienda agricola dell’Istituto Cecchi di Pesaro, la società agricola “Sant’Irene” e il Conventino di Monteciccardo sono le aziende che sono state scelte per effettuare prove e sperimentazioni allo scopo di aumentare la qualità, la resa produttiva e la sostenibilità ecologica ed economica.
L’olio extravergine di oliva Cartoceto Dop è ottenuto dai frutti dell’olivo delle varietà Leccino, Frantoio e Raggiola.
Il programma intende promuovere la divulgazione certificata della Raggiola nello specifico, una varietà che si adatta particolarmente alle locali condizioni ambientali e che risulta essere fondamentale per la certificazione Dop.
Gli agricoltori, attraverso particolari strumenti di rilevamento che sono stati messi a loro disposizione, hanno potuto valutare in maniera efficace e preventiva le scelte migliori per combattere parassiti, batteri, verificare il periodo migliore per l’irrigazione e stabilire il momento ideale per la raccolta.
I tempi, – come ha ricordato Vittorio Beltrami – , in agricoltura sono “molto lunghi e durano anni”.
La replicazione in vitro della cultivar Raggiola, gli effetti sulla potatura e sull’impianto dei sensori in campo, sono i primi risultati ottenuti dopo un anno di studi; una serie di elementi che a conclusione dei tre anni potranno sviluppare un sistema integrato sull’area della Dop utile a tutti gli agricoltori della provincia.
Un progetto ambizioso ed una collaborazione importante tra enti pubblici, privati, scuola,  territorio e università.
Tutti uniti per un unico intento: accrescere il valore della Dop ed ottenere un olio di qualità superiore.

Cristiana Guerra

 

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