Carloni attacca in Consiglio Regionale duramente le scelte di UBI Banca

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ANCONA – “In questi anni di gestione UBI stiamo assistendo al declassamento delle filiali nel nostro territorio, alla grave carenza degli impieghi rispetto alla raccolta e all’esubero del personale no core. Ubi Banca sta realizzando nelle Marche un’importante raccolta del credito, ma non sta facendo adeguati impieghi e si registra una grande differenza tra quanto si raccoglie e quanto si impiega. Inoltre le scelte sul personale sono sbagliate. L’accordo che fu firmato da UBI al momento dell’acquisto doveva tenere conto dell’intero montante dei dipendenti di UBI Banca e non solamente di quello del ex dipendenti di Banca Marche, che rappresentano un numero marginale rispetto a quelli dell’intero gruppo bancario. C’è una evidente disparità di trattamento tra gli ex dipendenti di Banca Marche rispetto a quelli delle altre banche acquistate da UBI, come ad esempio Banca Etruria. E’ mancata la volontà politica di tutelare il nostro territorio” ; cosi’ il consigliere regionale Mirco Carloni oggi in aula durante la discussione sulla situazione occupazionale di UBI banca.

“Tecnicamente questa situazione per la nostra regione significa non uscire più dalla crisi. Quello che oggi manca è un istituto di credito, un intermediario finanziario che finanzi la piccola e media impresa togliendo quella fragilità che si genera in mancanza del credito. Da troppi anni il credit crunch sta creando un’enorme difficoltà per le nostre imprese, che in molti casi sono costrette a chiudere. Sono sparite già 6000 piccole imprese dall’inizio dell’anno. Nel II trimestre del 2019, gli occupati sono diminuiti di 13 mila unità con un calo del -2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in tendenza opposta rispetto a quella nazionale (+0,3%) e del Centro Italia (+0,1%). A questo si aggiunge un altro elemento allarmante: i lavoratori dipendenti nello stesso periodo sono diminuiti di 16 mila unità. Se continua venir meno il credito nelle tasche dei piccoli e medi artigiani e degli imprenditori il nostro tessuto economico non sarà più competitivo”.

“Oggi abbiamo un territorio che a causa del terremoto e della crisi di Banca Marche non riuscirà più ad uscire dalla crisi se non verranno messi in campo strumenti finanziari veri in grado di sostenere il tessuto economico marchigiano. Oggi serve una forte leadership politica regionale capace di creare una politica industriale mettendo in relazione il mondo dell’impresa con il mondo finanziario mettendo in gioco tutti gli strumenti per favorire l’accesso al credito” .

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