ANCONA – “Giudico positivamente la deroga concessa dal governo alla norma che imponeva l’impiego di bagnini di salvataggio di età maggiore ai 18 anni e inferiore ai 50. Il problema, però, rimane sul tavolo. Infatti, pur salvando la stagione estiva 2025, resta sospesa sulla testa degli operatori balneari la spada di Damocle rappresentata dalle nuove norme contenute nel Decreto ministeriale n. 85 del 2024 che, senza i necessari correttivi, rischia di colpire pesantemente il settore a partire dal prossimo anno”.
“Gli operatori balneari – afferma Minardi – rappresentano una categoria molto importante per un’offerta turistica qualificata e il decreto ministeriale va rivisto non solo per riportare a 16 anni l’età dei soggetti autorizzati a svolgere l’attività di bagnino di salvataggio, che con la norma approvata già da sola porterebbe a una drastica riduzione del 40% degli attuali organici mettendo a rischio la sicurezza dei bagnanti. Un altro punto del decreto che va assolutamente cambiato è quello che autorizza la formazione professionale di queste figure alla sola Federazione italiana nuoto, lasciando fuori realtà come la Società nazionale di salvamento e la Federazione italiana salvamento acquatico. Allargare la platea dei soggetti formatori è necessario per incrementare il numero dei bagnini di salvataggio, che altrimenti risulterebbero insufficienti”.
A dirlo è il consigliere regionale del Partito Democratico Renato Claudio Minardi, che sulla questione ha presentato un’interpellanza per sollecitare la giunta Acquaroli ad attivarsi nei confronti del governo nazionale per chiedere la modifica del Decreto ministeriale n. 85 del 29 maggio 2024.
Ma Minardi chiede anche un intervento diretto della Regione Marche per alzare i livelli di sicurezza nelle spiagge: “La giunta Acquaroli dovrebbe prevedere appositi incentivi per il rinnovamento e la riqualificazione degli stabilimenti balneari e per professionalizzare l’attività di salvataggio al fine di rendere quello del bagnino un mestiere stabile. Penso per esempio anche a risorse destinate all’acquisto di moto d’acqua per velocizzare le operazioni di soccorso in mare. Purtroppo, al di là delle tante chiacchiere che abbiamo sentito per anni da parte dei partiti di centrodestra, di fatti se ne sono visti ben pochi. Anzi, questo agire senza visione, con soluzioni estemporanee e spesso contraddittorie, dimostra come a ogni livello – nazionale, regionale e comunale – Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia non solo non stanno risolvendo i problemi del passato, ma ne stanno creando addirittura di nuovi. Basti vedere come tutti gli impegni presi per impedire l’applicazione della direttiva Bolkestein si siano tradotti in un nulla di fatto, dato che, a oggi, il governo Meloni non è stato capace di produrre neanche una legge per tutelare gli investimenti fatti”.
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