Auguri del Vesvovo Trasarti: “Un cristianesimo fedele alla terra nella compagnia degli uomini”

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FANO – “Come si fa oggi a condividere la gioia del Natale con tutte le sofferenze e insicurezze che ci turbano, con le brutte notizie che leggiamo sui giornali e vediamo alla televisione!?
Come Gesù, venuto a Natale a condividere le speranze e le angosce della nostra gente, vorremmo annunciare il Vangelo della speranza liberatrice di Dio nella storia degli uomini che chiede di “fare” la verità, di servire il bene, di promuovere la dignità della persona, la redenzione del lavoro, di tutelare l’inviolabilità del sacrario della famiglia che è la casa.”

“La salvezza cristiana riguarda l’uomo intero e feconda già, anche se non ancora definitivamente, la sua storia e il suo mondo. La città degli uomini, raggiunta dall’annuncio del bambino Gesù, deve ritrovare la sua armonia: la solidarietà deve prevalere sul tornaconto, la giustizia sull’illegalità; il lavoro deve essere riscattato dallo sfruttamento, la dignità del lavoratore riconosciuta e tutelata; la convivenza civile deve essere affrancata dalla disperazione. Per questo facciamo appello a tutti i rappresentanti eletti dal popolo ad ogni livello di ogni schieramento politico.”

“Il Natale prossimo deve dare l’opportunità di attenzione alla vita concreta della gente in vista del bene comune con una particolare attenzione alle fasce più deboli ed esposte alle intemperie di una società sempre più complessa e sottoposta alle macchinazioni di poteri occulti e voraci.
Il Natale, che è il segno concreto dell’amore di Dio per ciascuno di noi, ci dice la gioia che ci permette di voler bene a noi stessi, al nostro destino concreto di uomini e donne immersi in una realtà: ognuno sappia assumerne la propria spesso contraddittoria e il destino del nostro prossimo.
E’ necessario che ognuno sappia assumersi la propria responsabilità.”

“In particolare
– Non si può annunciare un Gesù che racconta Dio nella mitezza, nell’umiltà, nella misericordia e farlo con stile arrogante…
Scriveva il Beato Paolo VI: “Guardate il mondo con immensa simpatia perché, se anche il mondo si sente estraneo al cristianesimo, il cristianesimo non si sente estraneo al mondo…qualunque sia l’atteggiamento del mondo verso di esso”.
Dobbiamo riscoprire la categoria della compagnia degli uomini, per definire la condizione del cristiano nella storia, ovvero la testimonianza di una vita buona, bella, beata (affascinante e attraente). “La testimonianza di una vita autenticamente cristiana, una vita fedele al Signore Gesù, segnata da libertà, gratuità, giustizia, condivisione, pace, una vita giustificata dalle ragioni della speranza” (Paolo VI)
 Cristiani sempre più sale della terra, capaci di narrare la fede innanzitutto con il loro modo di vivere personale, familiare e sociale.
Una vita improntata a quella di Gesù che faccia suscitare interrogativi, far nascere domande.
Cristiani – uomini e donne – che con la loro esistenza narrino che la ‘vita cristiana è buona’: abitata dalla carità, dal fare il bene, dall’amore gratuito che giunge ad abbracciare anche il nemico, una vita di servizio tra gli uomini, soprattutto gli ultimi della terra.
– Un cristianesimo fedele alla terra; una esistenza cristiana integralmente umana, dunque fedele alla terra. Oggi, più che mai, si tratta di rimparare e di esercitare la grammatica umana elementare: l’essere uomo e donna, l’essere con l’altro, l’amare ed essere amato… E’ in questo spazio umano che occorre trasmettere la buona notizia come proposta di vita; è in questo vissuto umano che il Vangelo può essere visto e colto come “l’esistenza umana buona”, l’opera d’arte che essa può realizzare. I nostri contemporanei, soprattutto i giovani, domandano “esperienze fondatrici”, cioè esperienze che diano senso alla loro vita, e per questo vogliono testimoni, accompagnatori: la qualità umana è la prima concreta attestazione della qualità della fede cristiana.
La radice della fede in Gesù Cristo è l’accettazione della sua incarnazione. Dio, fattosi uomo, ha incarnato e manifestato la complessità della esistenza umana. Nell’incarnazione ha trovato sintesi la duplice dimensione umana e spirituale di ogni creatura umana. Cristo è divino perché, pur vivendo l’esistenza umana, ha rivelato Dio al di sopra dell’umano. La sua vita e le sue parole hanno elevato l’umanità a un’ altezza che solo un Dio poteva suggerire. Egli è stato capace di svelare un volto divino superiore alla portata umana, ma anche immerso profondamente nell’umanità. L’ha fatto con lo scandalo della croce, dimostrando così di essere il “salvatore”.”

“Un augurio. “Stare al mondo per condividerne le gioie e le sofferenze. E soprattutto smetterla di essere solo osservatori fuori dalla mischia e diventare attori, membri del popolo di Dio”.”

Fano Natale 2014
+ Armando Vescovo

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