Arriva l’etichetta obbligatoria anche per tartufi e funghi

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PESARO URBINO – Tartufi o funghi venduti freschi devono riportare obbligatoriamente in etichetta o su appositi cartellini il luogo di raccolta o coltivazione, per evitare che prodotti stranieri vengano spacciati per italiani come purtroppo spesso è avvenuto fino ad ora. E’ quanto afferma la Coldiretti Pesaro e Urbino nel rendere noti i contenuti nella risposta ufficiale della Commissione Europea ad un quesito sollecitato dalla stessa Organizzazione per smascherare pericolose furbizie nel commercio di prodotti simbolo del Made in Italy che vede proprio nella provincia di Pesaro uno dei territorio più noti a livello nazionale.

La Commissione Europea, sottolinea la Coldiretti, ha chiarito che le indicazioni obbligatorie devono essere presenti sui documenti che accompagnano il prodotto in tutte le fasi della commercializzazione e che l’indicazione del Paese di origine è sempre obbligatoria per tutti i prodotti ortofrutticoli freschi, anche se esentati dal rispetto della norma di commercializzazione generale, come tartufi e funghi spontanei. Finalmente sarà possibile sapere se i pregiati frutti del bosco sono stati raccolti nella Penisola o se sono arrivati in Italia da Paesi lontani con minore freschezza e garanzie di qualità e sicurezza alimentare.

Un commercio dietro il quale, denuncia la Coldiretti, in mancanza di norme trasparenti sull’obbligo di indicare in etichetta l’origine si sono nascosti inganni e truffe come dimostrano le numerose operazioni messe in atto dalle forze dell’ordine. L’attività di ricerca di funghi e tartufi, continua la Coldiretti, non ha solo una natura hobbistica che coinvolge moltissimi appassionati ma svolge anche una funzione economica a sostegno delle aree interne boschive dove rappresenta un’importante integrazione di reddito per migliaia di “professionisti” impegnati a rifornire negozi e ristoranti di prodotti tipici locali, con effetti positivi sugli afflussi turistici. “La prossima battaglia riguarda i prodotti trasformati dove purtroppo spiegano Tommaso Di Sante, presidente di Coldiretti Pesaro Urbino, e il direttore Paolo De Cesare – c’e’ ancora poca trasparenza e quindi è urgente un intervento legislativo chiarificatore. Sono infatti notevolissimi i volumi di prodotti importati destinati alla trasformazione, spesso spacciati per italiani e con l’utilizzo di sostanze aromatizzanti che si sostituiscono o si affiancano al prodotto richiamato in etichetta, con poca chiarezza nei confronti dei consumatori”.

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