Agrario a Fano, parla il dirigente scolastico Antonioni: “La politica non può scavalcare la legge”

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FANO – “La Politica non può scavalcare il diritto, la legge, la norma. Sul dimensionamento scolastico che il Consiglio regionale ha approvato ieri si stanno alimentando aspettative che servono solo a fare ulteriore confusione poiché il provvedimento adottato, allineando su uno stesso piano diverse situazioni critiche presenti a livello regionale, ha deciso il congelamento della situazione delle scuole secondarie superiori per il prossimo anno scolastico. La stessa situazione del Battisti si inquadra in questa decisione e non è una vittoria di qualcuno ma solo una sospensione del giudizio. Che peraltro non limita la decisione di competenza dell’Ufficio scolastico Regionale (che è ufficio del MIUR e non della Regione Marche) di affidare il governo della scuola ad un Dirigente Reggente se i numeri degli iscritti sono inferiori a 600.
Risulta che il provvedimento del Consiglio regionale non è stato modificato dall’emendamento, ma è stato votato nella versione concordata tra i vari decisori politici (Giunta e commissioni) e si regge proprio in virtù del fatto che il congelamento della situazione vale per tutti, a Pesaro come nelle altre province delle Marche. Non sarà possibile per la Provincia di Pesaro prendere una decisione come quella suggerita dal (qualcuno lo chiama così) sub emendamento approvato con il quale si dà facoltà, di fronte all’aumento delle iscrizioni di aprire scuole dove si vuole poiché esiste una differenza sostanziale tra ciò che si definisce “succursale” e ciò che invece si chiama “sede staccata”; definizioni che, come vedo dalla stampa, vengono utilizzate in modo indifferenziato da giornalisti e politici. Ciò che può fare la Provincia è esattamente ciò che ha potuto fare fino ad ora: nel caso di troppe iscrizioni non contenibili nelle scuole esistenti, può aprire succursali che sono tali perché insistono sul territorio comunale in cui è situata la sede principale. E’ il caso, per esempio, dell’edificio di S. Lazzaro che è succursale della sede di via XI Settembre proprio perché situata nello stesso territorio comunale.
Quindi le classi dell’Agrario a Fano possono essere aperte solo se nel provvedimento regionale sul dimensionamento scolastico viene contemplata esplicitamente questa possibilità in quanto si tratta di “sede staccata” del Cecchi proprio perché situata in comune diverso da quello della sede principale. Per fare un esempio comprensibile da tutti, si tratta di situazione analoga a quella del Liceo scientifico Torelli che ha una “sede staccata” a Pergola.
La differenza fra “sede staccata” e “succursale”, richiamata anche dall’ultimo Decreto Ministeriale sugli organici, comporta conseguenze importanti sia per l’assegnazione e la gestione del personale, sia per l’attribuzione di finanziamenti da parte del Ministero in relazione alle dotazioni strumentali della scuola et al., sia infine all’attribuzione del Codice Meccanografico necessario per tutte le operazioni di gestione (organico docente e non, trasferimenti, utilizzazioni, assegnazioni provvisorie del personale, attribuzione e gestione dei fondi assegnati alla scuola ecc.). Il sub-emendamento insomma ha creato solo confusione e acceso illusioni.
Ma immaginiamo per un attimo che il Presidente Tagliolini (che mi pare abbia le idee molto chiare a riguardo) contravvenendo alle norme, decida di aprire delle classi dell’Agrario a Fano; sarebbe un atto illegittimo, impugnabile in qualsiasi momento in sede amministrativa, poiché manca la (chiamiamola così) “copertura” della legge regionale, per avere la quale occorrerebbe modificare il provvedimento appena varato, prevedendola esplicitamente; che è esattamente ciò che si è deciso di non fare congelando la situazione per tutti.
Continuando a immaginare una simile situazione, concediamo anche solo per un attimo che la Dirigente del Cecchi, improvvisamente colpita dalle peggiori amnesie giuridiche ed in vena di indefettibile autolesionismo, accetti la situazione e compia forzature nell’utilizzo del personale (mandando per esempio docenti e non docenti dell’organico del suo Istituto a lavorare a Fano) si troverebbe nella migliore delle ipotesi di fronte ad un legittimo rifiuto; se insiste, il minimo che le può capitare è un contenzioso aperto con i sindacati di categoria che, nell’ipotesi peggiore, adirebbero un ricorso amministrativo, fatte salve denunce per abuso d’ufficio.
Ma andiamo avanti e immaginiamo ancora; Tagliolini compie l’atto illegittimo, seguito a ruota dalla Dirigente del Cecchi; il personale assegnato a Fano accetta “obtorto collo” la destinazione. A quel punto incrociamo tutti le dita poiché se capita un incidente più o meno grave nel tragitto casa-sede di servizio oppure anche a scuola a qualcuno di loro nessuna accettazione anche formale, con tanto di firme e timbri, sgraverebbe il malcapitato Dirigente e, per traslato, il Presidente Tagliolini dalla responsabilità che così irresponsabilmente si sono assunti.
Consigliasi cautela anche nel rivendicare di aver fatto decidere soluzioni che non esistono”.

Fausto Antonioni
Dirigente scolastico

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