Ricciatti, Sanità Privata a Chiaruccia: ” altro che opportunità sottrarrà risorse al pubblico”

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PESARO –  “Altro che opportunità per i cittadini, l’apertura di una clinica privata a Chiaruccia sottrarrà risorse al pubblico per riversarle sul privato”.
Lo sostiene Articolo 1 – MDP, in merito all’ipotesi di realizzazione di una struttura privata a Fano, fortemente caldeggiata dal Presidente della Regione Marche Ceriscioli.
“Questa scelta, che oggi viene presentata come un bene per la collettività – spiegano – è frutto di una precisa strategia volta ad indebolire i presidi ospedalieri pubblici, per consentire l’ingresso dei privati nella provincia che, si badi bene, opereranno con risorse pubbliche in un mercato “protetto”, in quanto convenzionati.
In sostanza da un lato si chiudono o ridimensionano drasticamente strutture pubbliche, dall’altro si dice che poiché il pubblico non è più in grado di far fronte ai bisogni dei cittadini, l’ingresso del privato diventa una opportunità. Una operazione dettata più dalla presenza di forti interessi su questo territorio – che da tempo spingono per accedere a risorse pubbliche – che dalla necessità di razionalizzare la spesa sanitaria”.
Anche il tema della mobilità passiva, utilizzata secondo gli esponenti di Articolo 1 strumentalmente per spingere sul privato, andrebbe trattato con maggiore attenzione.
“Il problema della mobilità passiva non si risolve di certo in questo modo. Il Presidente Ceriscioli sa benissimo, o dovrebbe sapere, che chi si rivolge a strutture fuori regione (contribuendo ad alimentare una mobilità passiva di circa 42 milioni di euro) lo fa generalmente per prestazioni mediche relative alla chirurgia generale, all’ortopedia e alla riabilitazione.
Attività che potrebbero assolutamente essere offerte con qualità nelle nostre strutture pubbliche, attraverso una strategia di potenziamento dei servizi, delle professionalità e aumentando i posti letto. Dubitiamo fortemente che i costi di tale potenziamento possano anche lontanamente avvicinarsi a quelli di convenzionare una struttura privata.
I cento posti letto di Chiaruccia, saranno cento posti letto in meno nella struttura pubblica. È di tutta evidenza, infatti, che non si possa andare oltre lo standard per gli acuti di tre posti letto per mille abitanti, previsto dalle norme nazionali. Quindi non si tratta di aumentare i posti letto, come chi sostiene l’ingresso dei privati vorrebbe far credere, ma di uno spostamento dei posti letto disponibili dal pubblico al privato”.
Ma a destare ulteriori dubbi è la scarsa chiarezza sulle modalità di finanziamento di questo progetto. “Ci chiediamo – insiste Articolo 1 – come si possa pensare di parlare di beneficio per la collettività se non sono ancora chiari i costi e le modalità di finanziamento dell’operazione. Su scelte che incideranno sulla salute e sulla sostenibilità economica della spesa regionale per i prossimi anni non possono esserci cambiali in bianco.
Su un tema così delicato è assolutamente necessario aprire percorsi realmente partecipati con le comunità interessate e fornire senza reticenze tutte le informazioni utili a comprendere vantaggi e svantaggi. Solo così – conclude Articolo 1 – potrà concretamente valutarsi cosa costituisca realmente una opportunità per i cittadini della provincia”.

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