Appello per fermare i bombardamenti italiani in Siria

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epa03346090 Russian aerobatic group 'Strizhi' on MIG-29 fighters perform in the town of Zhukovsky, Moscow region, Russia, 06 August 2012 during the rehearsal of airshow which will take place on 12 August, devoted to celebrate the 100th anniversary of Russian Air Forces. EPA/MAXIM SHIPENKOV

“Mai più la guerra, spirale di lutto e di violenze; mai questa guerra nel Golfo Persico” (discorso al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, 16/1/1991).
In queste ore di grande pericolo vorrei ripetere con forza che la guerra non può essere un mezzo adeguato per risolvere completamente i problemi esistenti fra le nazioni: non lo è mai stato, non lo sarà mai. (discorso al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, 18/1/1991).
“Quando la guerra, come in questi giorni in Iraq, minaccia le sorti dell’umanità, è ancora più urgente proclamare, con voce forte e decisa, che solo la pace è la strada per costruire una società più giusta e solidale. Mai la violenza e le armi possono risolvere i problemi degli uomini. … Il pensiero delle vittime, delle distruzioni e delle sofferenze provocate dai conflitti armati arreca sempre profonda preoccupazione e grande dolore. Dovrebbe essere ormai chiaro a tutti che la guerra come strumento di risoluzione delle contese fra gli Stati è stata ripudiata, prima ancora che dalla carta delle nazioni Unite, dalla coscienza di gran parte dell’umanità. Il vasto movimento contemporaneo a favore della pace traduce questa convinzione di uomini di ogni continente e di ogni cultura. … A tutti viene ora chiesto l’impegno di lavorare e pregare affinché le guerre scompaiano dall’orizzonte dell’umanità”. … Io appartengo a quella generazione che ha vissuto la seconda Guerra Mondiale ed è sopravvissuta. Ho il dovere di dire a tutti i giovani, a quelli più giovani di me, che non hanno avuto quest’esperienza: “Mai più la guerra!”, come disse Paolo VI nella sua prima visita alle Nazioni Unite. … Chi decide che sono esauriti tutti i mezzi pacifici che il Diritto Internazionale mette a disposizione, si assume una grave responsabilità di fronte a Dio, alla sua coscienza e alla storia (Giovanni Paolo II° sulla guerra in Iraq, marzo 2003).

Queste parole di Giovanni Paolo II°, così chiare e forti, che Papa Francesco ha più volte ripreso e condiviso, le facciamo nostre in questo ennesimo tragico momento in cui l’Italia vuole entrare in guerra bombardando in Siria. Gli effetti tragici delle guerre in Somalia, Iraq, Afghanistan, Serbia e Libia sono sotto gli occhi di tutti: distruzione e morte di migliaia e migliaia di civili, rafforzamento del terrorismo internazionale, nascita dell’ISIS, esplosione dei rifugiati per guerra, fame e miseria.
Facciamo appello a tutte le forze vive della società, associazioni, movimenti, donne e uomini di buona volontà, sindacati, partiti, affinchè ciascuno nel proprio ruolo e responsabilità si opponga a questo ennesimo tragico errore e favorisca una soluzione negoziata attraverso l’ONU, che è l’unico organismo legittimato a decidere sulla questione siriana e più in generale sull’area del medio oriente e nord Africa.
“Solo l’Onu può decidere come fermare un aggressore. Dove c’è un’aggressione ingiusta posso solo dire che è lecito fermare l’aggressore ingiusto, sottolineo il verbo fermare, non bombardare o fare la guerra. Una sola nazione non può giudicare come si ferma l’aggressione. Dopo la Seconda guerra mondiale questo compito è delle Nazioni Unite. Dobbiamo avere memoria di quante volte con questa scusa di fermare l’aggressione ingiusta le potenze si sono impadronite dei popoli e hanno fatto vere guerre di conquista” (Papa Francesco, agosto 2014).

Invitiamo parrocchie, associazioni, movimenti, persone di buona volontà, sindacati, partiti a firmare questo appello.

Caritas Diocesana / Sala della Pace
Ufficio Diocesano per la Pastorale Sociale e il lavoro, la giustizia, la pace, la custodia del creato
CAL Consulta diocesana delle associazioni laicali
ACLI provinciale
M.I.R. Movimento Internazionale della Riconciliazione

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