Vittime Lampedusa, al Sant’Arcangelo la proiezione di un film

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FANO – Le Donne in Nero di Fano, le Donne del Parco e l’associazione Millevoci organizzano per domenica 4 ottobre una iniziativa nell’anniversario dei morti di Lampedusa del 2013,
raccogliendo l’invito del Circolo Askavusa di Lampedusa.

Askavusa propone che il 03 ottobre 2015 si organizzino delle proiezioni
del film inchiesta di Antonino Maggiore “Lampedusa 3 ottobre 2013 i giorni della tragedia”
e per chiedere di aprire unโ€™indagine per mancato soccorso sulla strage del 03/10/2013 e
aprire una discussione sulle connessioni tra gestione delle migrazioni e militarizzazione.

Poichรฉ il 3 ottobre a Fano c’รจ giร  l’iniziativa “Insieme per non dimenticare” organizzata all’interno della settimana africana, noi abbiamo deciso di spostare la nostra al 4 ottobre ore 17 sala S. Arcangelo,
con la proiezione del film e dibattito sull’argomento.

Sperando vogliate darne comunicazione, vi ringraziamo

Donne in nero FanoLampedusa 3 ottobre 2013 strage in mare con 366 morti e circa venti dispersi……. Quante altre stragi e quanti morti da allora ?

La morte incombe sulle nostre spiagge, mentre migliaia di famiglie fuggono dalle guerre in Medio Oriente, Asia e Africa,
si ammassano nei nostri porti, nelle stazioni alla ricerca di sicurezza e libertร .
Quali le cause? La principale รจ che fuggono dalle guerre provocate dalle potenze mondiali combattute โ€œper procuraโ€, fornendo armi a diverse organizzazioni e gruppi armati (รจ cosรฌ che sono nate e cresciute Al Qaeda e ISIS).
Ma anche dalle guerre della Nato, che nata con il Trattato Atlantico del 1949 come alleanza difensiva contro i paesi del blocco sovietico avrebbe dovuto scomparire con il crollo dell’URSS nel 1990. Invece si รจ trasformata, ingrandita con sempre piรน paesi membri ed รจ passata, nel 1999, da alleanza militare difensiva a offensiva per “difendere gli interessi economici dei paesi membri ovunque minacciatiโ€. In altre parole per il controllo delle fonti energetiche e delle materie prime in quei paesi.
Quando non รจ la guerra o la fuga da paesi che calpestano i Diritti Umani, l’esodo รจ provocato dalla fame dalla sete dalla desertificazione dei territori per le politiche di rapina delle multinazionali.
Perchรฉ in nome della globalizzazione si chiedono e attuano leggi per la libera circolazione di prodotti e risorse, mentre si innalzano barriere e fili spinati per la circolazione delle persone ?
Che fuggano dalle guerre o dalla povertร  i migranti sono tutti profughi

LE ARMI PRODUCONO GUERRE NON LE FERMANO !
Anche se le chiamano Missioni di Pace sono sempre guerre e producono morti e distruzione, togliendo ogni possibilitร  futura di una vita e civiltร  diverse.

PRIMA VENDIAMO LE ARMI
lโ€™Unione Europea esporta ufficialmente armi per circa 40 miliardi di Euro lโ€™anno. Lโ€™Italia รจ al 4ยฐ posto in Europa fra gli esportatori, con 4,2 miliardi (senza contare i traffici illeciti.) I clienti principali sono i paesi del Medio Oriente (Arabia Saudita, Israeleโ€ฆ ) e del nord Africa (Algeria, Libia, Egittoโ€ฆ)

POI SUCCEDONO LE GUERRE
la guerra sta sconvolgendo oggi moltissimi paesi del Medio Oriente (Iraq, Siria, Yemen, Palestinaโ€ฆ), dellโ€™Africa (Libia, Mali, Nigeria, Congo, Sudan, Somaliaโ€ฆ), in Asia da decenni lโ€™Afghanistan, in Europa Ucraina e Cecenia

DOPO CI SONO I PROFUGHI
I conflitti irrisolti e le guerre hanno prodotto ad oggi, oltre 4 milioni di profughi palestinesi, circa 200.000 saharawi accampati nel deserto algerino, 9 milioni di siriani tra sfollati e profughi, 2 milioni di iracheni sfollati. Il flusso di uomini e donne dallโ€™Afghanistan e dallโ€™inferno della Libia, le persone in fuga dalla Somalia, dall’Eritrea, dal Sudan e da altri paesi africani, da anni รจ continuo.

Lโ€™Europa nasce o muore nel Mediterraneo. Salvare vite umane, proteggere le persone, non i confini!
Si aprano subito corridoi umanitari e vie dโ€™accesso legali al territorio europeo, unico modo realistico per evitare i viaggi della morte e combattere gli scafisti.
L’Europa deve costruire una risposta di pace, di convivenza, di democrazia, di benessere sociale ed economico, ispirandosi al principio di solidarietร  e abbandonando le politiche della sicurezza, dell’austeritร , degli accordi commerciali neoliberisti.
L’Europa deve investire sul lavoro dignitoso, sulla giustizia sociale, sulla democrazia e sulla sovranitร  dei popoli.
Si utilizzino per i finanziamenti a queste politiche le risorse destinate agli armamenti. Finanziamo la speranza di vita non la morte!

A cura di Donne in Nero Fano Donne del Parco Millevoci

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