L’ultimo Paese dei Balocchi: Brocchini saluta la comunità dopo 21 edizioni

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FANO – Il Paese dei Balocchi si è congedato dal suo pubblico, dopo oltre quattro lustri di attività, e per gli organizzatori è arrivato il momento di stilare il bilancio conclusivo. «In tutti questi anni si è realizzato un evento bellissimo, si può esserne fieri», dice Michele Brocchini, il presidente dell’associazione Il Paese dei Balocchi, intervenendo a breve distanza di tempo dalla fine dell’edizione 2025, la ventunesima e ultima. Si è svolta dal 21 al 24 agosto in piazza Bambini del Mondo a Bellocchi di Fano. 

«Aggiungo una considerazione – ha proseguito Brocchini– che mi sta molto a cuore. Mai il Paese dei Balocchi è stato soltanto una manifestazione. È stato invece una comunità viva, che ha saputo crescere anno dopo anno, che ha accolto, ascoltato, condiviso, inventato. Una comunità fatta di persone che si sono incontrate, conosciute, sostenute, e che da questa esperienza escono più ricche dentro. Il vero tesoro sono le relazioni umane che ne sono nate. Parlo di cuore, stima, fiducia, ascolto, rispetto reciproco, condivisione di idee, di sogni, di fatiche e di risultati».

Al momento dei saluti, domenica scorsa dal palco Centrale, Brocchini ha paragonato la manifestazione a un seme piantato oltre vent’anni fa, ora un albero carico di buoni frutti. Le sue radici sono i volontari. Tutte quelle persone «che hanno dedicato tempo, energia e passione, senza chiedere nulla in cambio. Che hanno lavorato nel silenzio, che hanno tenuto vivo lo spirito del progetto, che hanno creduto ogni giorno che ne valesse la pena. Senza i volontari, questo albero non sarebbe mai cresciuto. Senza di loro, non sarebbe esistito il Paese dei Balocchi». 

Ha aggiunto Brocchini: «Ma oggi, con onestà, riconosciamo una cosa importante: la nostra piccola associazione di volontari non può più curare questo grande albero. Non possiamo più garantirgli la cura che merita. E allora, come si fa con le cose amate, lo salutiamo con rispetto. La ventunesima edizione è l’ultima. E deve essere una festa. Perché questo albero ci ha dato tutto. E continuerà a vivere in chi ha partecipato, costruito, sognato insieme a noi. Grazie a tutti voi. Grazie a chi c’è stato e a chi ci sarà, perché i frutti raccolti oggi continueranno a nutrire il futuro».

Un ringraziamento che dai volontari si estende alle associazioni, al Comune di Fano, alla Provincia di Pesaro Urbino, alla Regione, agli artisti, ai sostenitori economici e agli sponsor. Manca però una tessera del mosaico, fondamentale perché ha collegato tutte le altre, tenendole unite. È il ruolo svolto da Brocchini. Dal palco Centrale sua moglie Federica Rossi, mente creativa della manifestazione, l’ha definito: «Leader capace di ascolto, di condivisione e di accendere il desiderio rispetto a un progetto in cui ognuno si è sentito coinvolto e protagonista per il suo specifico apporto. Insomma, un uomo al comando, ma senza dare ordini».

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