Il tartufo, da sempre simbolo d’eccellenza e risorsa identitaria del territorio marchigiano, continua a richiamare appassionati e cercatori. Tuttavia, la crescente pressione legata alla raccolta dei pregiati tuberi rende necessario un controllo costante per garantire il rispetto delle regole e la salvaguardia dell’ambiente in cui nascono. In questa prospettiva, i Carabinieri Forestali della Provincia di Pesaro e Urbino hanno intensificato, nelle ultime settimane, le attività di vigilanza e controllo nelle aree vocate alla ricerca del tartufo, con l’obiettivo di prevenire e reprimere comportamenti illeciti legati alla cerca, alla raccolta e al commercio di questo prezioso prodotto. L’iniziativa rientra nel più ampio dispositivo di tutela messo in campo dai reparti forestali dell’Arma, volto a salvaguardare le risorse naturali, la biodiversità e le produzioni agroforestali di eccellenza che caratterizzano il patrimonio ambientale della Regione Marche. Durante un servizio di controllo notturno, il Nucleo Carabinieri Forestale di Urbino ha individuato due persone intente alla ricerca del tartufo in località Montecalende, nel Comune di Urbino (PU). Erano le 4:45 del mattino quando i militari, dopo un attento appostamento, hanno sorpreso i due cercatori in piena attività, in orario non consentito dalla normativa. La legge regionale n. 5/2013, infatti, vieta la ricerca del tartufo nelle ore notturne, stabilendo orari precisi di raccolta attraverso la Delibera della Giunta Regionale Marche n. 1958 del 16 dicembre 2024.
Pochi giorni prima, un’altra violazione era stata accertata dal Nucleo Carabinieri Forestale di Mercatello sul Metauro, all’interno delle Foreste Demaniali di Monte Vicino, nel Comune di Sant’Angelo in Vado. In quel caso, un cercatore era stato sorpreso mentre operava con tre cani addestrati, in violazione dell’articolo 8 della stessa legge regionale, che consente l’uso di un massimo di due animali. Per entrambi gli episodi, sono state elevate sanzioni amministrative di 600 euro e disposto il ritiro del tesserino abilitativo, con conseguente sospensione dell’autorizzazione alla raccolta da uno a due anni, su provvedimento dell’Unione Montana Alta Valle del Metauro, autorità competente in materia. Questi interventi, spiegano i Carabinieri Forestali, non hanno soltanto una finalità sanzionatoria, ma mirano soprattutto a garantire un uso sostenibile e responsabile delle risorse naturali, tutelando nel contempo il fragile equilibrio ecologico dei tartufeti. Il Gruppo Carabinieri Forestale di Pesaro e Urbino ricorda che il rispetto della normativa regionale non è solo un obbligo di legge, ma anche un atto di rispetto verso un patrimonio naturale e culturale che rappresenta una delle eccellenze della nostra regione. La tutela del tartufo e dell’ambiente in cui cresce è infatti una priorità dell’Arma Forestale, impegnata ogni giorno nella salvaguardia della biodiversità e nella difesa del territorio.













