FANO – ““La legge è uguale per tutti” Questa scritta che campeggia nelle aule dei tribunali in questi tempi è quanto mai anacronistica. Siamo un Paese in cui i privilegi e le discriminazioni sono un fatto quotidiano e questo malcostume rappresenta uno tra i motivi dell’allontanamento dei cittadini dalle urne e del calo della fiducia verso la cosa pubblica. Rientra in questo ambito l’autorizzazione rilasciata dall’Ufficio Demanio del Comune di Fano agli organizzatori della Tirreno Adriatica Land Rover Experience a parcheggiare grossi SUV sulla spiaggia del Lido di Fano, a pochi metri dal mare. Che diritti o privilegi vantano i conducenti di potenti fuoristrada rispetto ad altri cittadini? Non potevano lasciare le loro auto in un parcheggio pubblico, tra quelli esistenti in zona Lido, porto e Sassonia? Se avevano prenotato un pranzo in un noto locale sul molo non potevano fare cento metri a piedi, come tutti i comuni mortali?
Se sull’arenile non possono circolare veicoli a motore non c’entrano solo ragioni assicurative (dato che le spiagge non sono strade) ma anche motivi di ordine ecologico. Le spiagge, infatti, non sono ambienti inerti ma ecosistemi dinamici e di elevata vulnerabilità, costantemente esposti ad aggressioni di natura antropica. Il peso e l’ingombro di una trentina di SUV compattano la sabbia in modo irreversibile, distruggendo microhabitat e seppellendo per sempre nidi e tane. Anche se il fatto non è avvenuto in una zona altamente naturalistica o di pregio paesaggistico, dal punto di vista educativo, la presenza di auto sull’arenile non è certamente un bel messaggio.
Qualcuno dirà che in passato, sulla spiaggia del Lido, veniva organizzata persino una tre giorni di competizioni di quad che prendeva il nome di Sapori e Motori. Ma se quell’evento era sbagliato sotto il profilo del rumore, dell’inquinamento e del danneggiamento alla fauna, la sosta di una trentina di Rover non è meno disdicevole in linea di principio, anche se ovviamente di minor impatto ambientale.
Ci auguriamo da parte dell’attuale Giunta un maggior rispetto e tutela dei beni demaniali e ambientali, che sono un patrimonio pubblico e pertanto l’uso deve corrispondere a benefici riscontrabili per l’intera collettività e non certo per pochi privilegiati”.
LA LUPUS IN FABULA















