PESARO – Il nuovo censimento degli autovelox realizzato dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e aggiornato al 2 dicembre 2025 permette finalmente di osservare con chiarezza la distribuzione dei dispositivi di controllo della velocità in Italia. Gli apparecchi effettivamente registrati sono 3.706, di cui 3.119 gestiti dagli enti locali – comuni, province e unioni di comuni – mentre alla Polizia stradale appartengono 586 strumenti. Numeri ben lontani dalle stime gonfiate circolate negli anni passati e che offrono una fotografia più realistica del sistema di controllo presente sul territorio nazionale. L’elenco, pubblicato sul Portale dell’Automobilista, non è però definitivo: si tratta di una banca dati dinamica, che gli enti locali sono tenuti ad aggiornare costantemente. Non a caso, tra il 28 novembre e il 2 dicembre il totale degli strumenti è cresciuto di 182 unità. Le amministrazioni possono infatti continuare a registrare nuovi apparecchi, purché non vengano utilizzati per contestare violazioni prima dell’inserimento nel sistema. Va inoltre sottolineato che la piattaforma ministeriale non prevede la selezione della provincia, ma solo il “codice accertatore”, un elemento che complica la ripartizione geografica dei dati e può introdurre qualche margine di errore nell’elaborazione territoriale.
Ancona guida con 31 apparecchi, seguita da Pesaro e Urbino con 29
In questo quadro, le Marche si collocano esattamente a metà della classifica nazionale con 100 autovelox censiti. Una dotazione coerente con le dimensioni della regione, che si posiziona dietro i grandi territori del Nord – Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna – ma precede realtà limitrofe come Umbria, Abruzzo e Marche. La distribuzione interna rivela però differenze significative tra le province: Ancona guida con 31 apparecchi, seguita da Pesaro e Urbino con 29, poi Macerata con 28, Fermo con 11 e Ascoli Piceno con soli 5 dispositivi. La provincia di Pesaro-Urbino è dunque il secondo territorio marchigiano più dotato. I suoi 29 autovelox la collocano nella parte medio-alta della classifica nazionale, un dato particolarmente rilevante per un’area caratterizzata da una forte mobilità quotidiana, da un forte afflusso turistico lungo la costa adriatica e da una rete di collegamenti collinari che comportano criticità specifiche sul piano della sicurezza stradale. La presenza di dispositivi è generalmente distribuita tra i principali assi viari extraurbani, le strade provinciali che collegano il capoluogo e la costa con l’entroterra e diversi punti urbani dove la velocità eccessiva rappresenta un problema ricorrente.
Nelle Marche e in particolare a Pesaro-Urbino, prevalgono gli autovelox fissi nei tratti urbani ed extraurbani più critici
Il censimento evidenzia anche una criticità che riguarda tutte le regioni, Marche incluse: la grande eterogeneità delle denominazioni con cui marche e modelli degli apparecchi sono stati registrati. L’assenza di un elenco predefinito di dispositivi approvati ha generato varianti e duplicazioni che rendono difficili le analisi statistiche e aumentano il rischio di errori. Una standardizzazione delle voci presenti nella piattaforma ministeriale avrebbe agevolato notevolmente il lavoro degli enti e migliorato la qualità del database. Quanto alla tipologia degli strumenti presenti in Italia, risultano registrati 1.145 telelaser e 643 autovelox fissi e mobili, oltre ai dispositivi specifici utilizzati dalla Polizia Stradale, che impiega soprattutto telelaser (238), tutor (188) e autovelox (148). Nelle Marche e in particolare a Pesaro-Urbino, prevalgono gli autovelox fissi nei tratti urbani ed extraurbani più critici, mentre i telelaser sono utilizzati soprattutto dalle polizie locali nei controlli dinamici. Il quadro che emerge è quello di una regione attenta alla sicurezza stradale e di una provincia, quella di Pesaro-Urbino, che ha investito in modo significativo nella prevenzione e nel monitoraggio della velocità. Una dotazione importante, destinata probabilmente a crescere nei prossimi aggiornamenti del database, e che riflette l’esigenza di garantire maggior tutela in un territorio attraversato ogni giorno da migliaia di veicoli tra costa, entroterra e zone urbane.













