Sicurezza nelle Marche, Vitri: «Le risse al Lido di Fano e Sottomonte a Pesaro richiedono attenzione e prevenzione»

0
56

«La destra si riempie la bocca con la parola sicurezza, ma come ha lavorato davvero la giunta Acquaroli per garantirla ai marchigiani?» Ho analizzato le due principali leggi regionali che disciplinano questa materia fondamentale: la Legge regionale 27/2017, che promuove la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile, e la L.R. 1/2014, che regola il sistema della polizia locale. Ebbene il quadro che emerge è chiaro: interventi parziali, mancanza di trasparenza e l’inerzia totale degli strumenti regionali previsti proprio per garantire la sicurezza dei cittadini. È vero che la giunta Acquaroli ha investito in dotazioni – droni, etilometri e in alcune iniziative di formazione- ma nulla rispetto alle necessità perché si è trattato di misure estemporanee e frammentarie.
Tutto ciò che riguarda la programmazione strategica, il monitoraggio costante e il coordinamento regionale, previsto dalla legge, è stato completamente trascurato.
Un caso emblematico è quello della Consulta regionale per la legalità, istituita con la D.G.R. 403/2021. La Consulta dovrebbe monitorare i fenomeni criminali, redigere relazioni biennali su mafia, usura e corruzione e coinvolgere attivamente associazioni e sportelli locali.
A oggi nessuna relazione è mai stata pubblicata, non ci sono dati aggiornati, e la Consulta è ufficialmente “in fase di rinnovo”, senza che sia stato reso noto nulla del lavoro (se c’è stato) svolto in questi anni. Lo stesso vale per il Comitato tecnico consultivo per la polizia locale, previsto dalla L.R. 1/2014. Questo organismo dovrebbe definire dotazioni, uniformi, formazione, standard e procedure operative condivise. Anche qui: nessun atto pubblico, nessun verbale, nessuna trasparenza. La giunta Acquaroli ha scelto di ignorare proprio quei presìdi che garantirebbero una sicurezza vera, duratura, partecipata, lasciando nell’ombra gli strumenti di legge che richiedono coordinamento e responsabilità istituzionale.
Serve una svolta immediata.

Chiedo quindi alla giunta Acquaroli:
la pubblicazione delle relazioni biennali sulla criminalità e la legalità;
la riattivazione effettiva e trasparente della Consulta regionale e del Comitato tecnico per la polizia locale;
un coinvolgimento concreto dei territori, dei Comuni e delle forze locali per una sicurezza costruita con e per i cittadini.

La sicurezza non è uno slogan: è un dovere verso chi vive nelle Marche e oggi questo dovere è stato tradito.

Da Micaela Vitri, Consigliera Regionale PD

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here