SENIGALLIA – Una legge popolare contro il bullismo, dedicata a Leonardo Calcina, il quindicenne di Montignano di Senigallia che il 13 ottobre 2024 si è tolto la vita dopo aver subito episodi di vessazione a scuola. È questo l’obiettivo dell’iniziativa annunciata oggi da Pia Perricci, avvocato della famiglia del giovane, che da mesi chiede allo Stato un intervento normativo chiaro e specifico sul tema. «Noi abbiamo richiesto a più voci che lo Stato si impegnasse a promulgare una legge contro il bullismo» ha spiegato Perricci. «È vero che esistono due articoli che riguardano soprattutto l’ambito scolastico, ma dal punto di vista penalistico non c’è ancora nulla di compiuto. Per questo abbiamo deciso di dare inizio al processo per una legge d’iniziativa popolare». Solo pochi giorni fa, si è svolta una pedalata solidale da Montignano a Roma.
Un comitato di 14 persone per avviare il percorso legislativo
La normativa sull’iniziativa popolare richiede un minimo di dieci promotori: il gruppo ne conta quattordici. Una scelta simbolica e pratica, che riflette la volontà di costruire una proposta solida, sostenuta da competenze e testimonianze dirette. A guidare il comitato sarà Viktoryia Ramanenka (mamma di Leo), descritta da Perricci come «una donna unica e di ferro». Accanto a lei, figure professionali e persone che hanno conosciuto il bullismo sulla propria pelle o attraverso quella dei figli. Nel gruppo è presente anche una ragazza di appena 18 anni e mezzo, vincitrice nel 2023 del premio nazionale contro il bullismo promosso dall’associazione Mani in Alto (“Io non bullo”). Fanno parte del comitato diversi avvocati del foro di Trani, l’avvocato Alessandro Angeletti del foro di Ancona e una madre milanese il cui figlio ha subito violenze psicologiche e fisiche. «Siamo un bel gruppo fatto di professionisti e di persone che hanno vissuto il dolore del bullismo» aggiunge Perricci. «Lo hanno visto negli occhi dei loro figli o l’hanno subito essi stessi. E ci sono anche persone che rappresentano lo Stato».
Il percorso: Cassazione, raccolta firme e redazione del testo
Il progetto di legge è in fase avanzata di elaborazione. Il deposito ufficiale avverrà non appena la Corte di Cassazione fisserà l’appuntamento, presumibilmente tra fine anno e l’inizio del 2025. Da gennaio partirà la raccolta firme necessaria: ne servono 50.000, da ottenere entro sei mesi. L’obiettivo è chiaro: colmare un vuoto normativo ancora troppo evidente. Oggi il bullismo è spesso affrontato attraverso circolari scolastiche o misure disciplinari, mentre manca una fattispecie penale specifica che riconosca la gravità delle condotte e tuteli realmente le vittime. Il comitato chiederà che la futura legge porti il nome di Leonardo Calcina. Una scelta dal forte valore simbolico e civile. «Chiederemo che la legge sia intitolata a Leonardo, perché non ci devono essere più altri Leo» afferma Perricci. «I ragazzi devono vivere in uno Stato che li tuteli». La speranza dei promotori è che la tragedia di Leonardo – e di tanti altri giovani che hanno subito violenze e umiliazioni – possa trasformarsi in un punto di svolta. Un atto di responsabilità collettiva, che riconosca il bullismo come una ferita sociale e la combatta con strumenti adeguati.
Di seguito, l’intervista all’avvocato Pia Perricci:











