Santelli (AVS): “Da Sabatucci e dalla destra falsità e attacchi per zittire chi denuncia. Io non mi piego: la sanità è un diritto”

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«La verità non si smentisce con un comunicato e non si cancella con un attacco personale. Io non ho inventato nulla: ho denunciato un disservizio reale, documentato e verificabile, che chiunque avrebbe potuto subire. Non è me che dovete smentire: sono i fatti, duri e innegabili, che chiedono risposte», dichiara Sabrina Santelli, candidata al Consiglio regionale per Alleanza Verdi e Sinistra Marche. 

Il riferimento è diretto al sindaco Francesco Sabatucci, accusato di aver scelto ancora una volta la scorciatoia della delegittimazione personale invece del confronto sui problemi concreti. «Non è la prima volta che ricorre a questo metodo. Già in passato si è lanciato in accuse infondate contro l’amministrazione Guidarelli, parlando di ammanchi in bilancio e nascondendosi dietro comunicati scritti da altri. Oggi la scena si ripete: nessuna risposta per i cittadini, solo aggressioni a una candidata, per sostenere un candidato del proprio schieramento. Così facendo dimentica la prima funzione del suo incarico: rappresentare tutti i cittadini, senza distinzione. Quando attacca una candidata in campagna elettorale, non parla più da sindaco ma da parte politica, entrando ingiustamente nella contesa elettorale. È un copione che però conosciamo bene: la destra lo applica ovunque. Non si entra mai nel merito delle questioni, si prova a screditare l’interlocutore. Un modo di fare che tradisce il ruolo istituzionale e indebolisce la stessa cornice democratica». 

La candidata ricostruisce con chiarezza il fatto che ha sollevato la polemica: «Ho raccontato un episodio semplice e verificabile. Mio figlio, soccorso a Pergola, è stato stabilizzato in maniera approssimativa e solo a Urbino ha ricevuto la stecca di Zimmer. Ci sono referti medici, fotografie e una prescrizione ortopedica a dimostrarlo. Se lo strumento era disponibile anche a Pergola, perché non è stato utilizzato? È una domanda di puro buonsenso, che merita una risposta seria, non un’aggressione personale». 

La questione, tuttavia, non riguarda solo un singolo episodio, ma la tenuta stessa dei servizi sanitari sul territorio. «Il problema non è “quando” è accaduto quel fatto, ma “come” funziona oggi il Punto di Primo Intervento di Pergola. Non garantisce più neppure le prestazioni basilari e costringe i cittadini a spostarsi per chilometri per ricevere cure adeguate. A maggio, secondo i dati riportati dalla stampa locale, alla POTES di Pergola solo 9 turni su 62 erano coperti: significa che l’85,5% dei servizi era privo di medico a bordo. Questo non è un attacco politico: è un dato oggettivo, ed è gravissimo». 

La polemica si intreccia con un clima politico che Santelli definisce tossico. «Rifiuto l’idea che a Pergola la critica sia un privilegio riservato ai Baldelli. Con quale arroganza si mette in dubbio la mia onestà? Con quale leggerezza si liquida come invenzione la lettera anonima ricevuta da mio padre il 31 luglio 2020, o si minimizza un episodio di sessismo che ho denunciato con prove e screenshot? Non mi piegherò a questa macchina del fango. Sto conducendo la mia campagna con dignità e compatibilmente con i miei impegni lavorativi, a differenza di chi vive in una permanente overdose mediatica». 

Nelle parole di Santelli emerge anche una linea politica precisa: «Non accetterò mai che le mie denunce vengano strumentalizzate contro chi lavora in corsia. Io sarò sempre al fianco

di medici, infermieri, OSS e tecnici che tengono in piedi il sistema sanitario in condizioni spesso impossibili. La mia battaglia è anche per loro: perché la dignità di chi cura non può essere separata da quella di chi viene curato». 

La conclusione è una dichiarazione di intenti che assume il valore di un impegno politico. «Io sto facendo campagna elettorale in modo legittimo e rispettoso. Chi governa, invece, dimentica il proprio ruolo istituzionale quando sceglie l’attacco personale al posto del confronto sui problemi reali. Non arretrerò di un passo. Non mi zittirete. La sanità pubblica non è un favore concesso dall’alto, è un diritto costituzionale. Difenderla non è una scelta politica né un favore: è un dovere morale».

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