“L’introduzione della clausola del salario minimo a 9 euro negli appalti del Comune di Pesaro non è solo una vittoria politica, ma un atto di civiltà che restituisce dignità a centinaia di lavoratori. Come Movimento 5 Stelle, forza di maggioranza in questa amministrazione, esprimiamo profonda soddisfazione per un accordo che trasforma i principi del nostro programma in realtà concreta”. Così Marta Ruggeri, capogruppo del M5S in Consiglio Regionale, commenta il nuovo protocollo sottoscritto tra il Comune di Pesaro e i sindacati. “A Pesaro si è raggiunto un traguardo importante: nessuno che lavori per conto dell’amministrazione, inclusi i subappalti, potrà essere pagato meno di 9 euro l’ora. È la risposta più forte che potevamo dare al dumping contrattuale e ai cosiddetti ‘contratti pirata’. Ogni appalto deve essere uno strumento di giustizia sociale, non una corsa al ribasso sulla pelle dei lavoratori”.
La consigliera Ruggeri richiama inoltre i recenti sviluppi nazionali sul tema del salario minimo legati alla legge della regione Puglia: “La sentenza della Corte Costituzionale sulla legge della Regione Puglia è stato uno schiaffo alla propaganda ideologica del Governo Meloni. I giudici hanno confermato che stabilire una soglia minima di 9 euro negli appalti pubblici è legittimo e necessario. In un Paese dove oltre 6 milioni di persone guadagnano meno di mille euro al mese, la linea di Palazzo Chigi è semplicemente fuori dal tempo e dannosa”. “Mentre il Comune di Pesaro dimostra coraggio e responsabilità, in Regione Marche giace la mia proposta di legge regionale sul salario minimo, condivisa con altre forze di opposizione”, incalza Ruggeri.
“La nostra proposta mira a estendere questo modello a tutto il territorio regionale, prevedendo: l’obbligo di applicare i CCNL più rappresentativi; premi per le imprese che garantiscono almeno 9 euro lordi l’ora; criteri di qualità su sicurezza, parità di genere e sostenibilità; un Comitato di monitoraggio per vigilare sul rispetto della norma, il tutto senza costi aggiuntivi per l’ente”. “Quello del salario minimo era un impegno preso in campagna elettorale e lo stiamo mantenendo ovunque governiamo. Pesaro oggi è un esempio per le Marche: dimostra che, nonostante i tagli del Governo centrale, con la volontà politica si può tutelare il welfare e la dignità del lavoro. Chiedo alla maggioranza di centrodestra in Regione di smettere di nascondersi dietro ai diktat romani e di discutere subito la nostra legge. La povertà non può attendere”.













