Dal 15 ottobre in gran parte del Nord Italia e nelle province montane del Centro e del Sud si sono riaccesi i riscaldamenti. La normativa nazionale suddivide il Paese in sei fasce climatiche, dalla A alla F, e stabilisce periodi e orari di utilizzo ben precisi. Nelle Marche la situazione è chiara: i comuni delle zone interne e pedemontane, classificati in fascia E, hanno già potuto riavviare gli impianti dal 15 ottobre. Per i comuni costieri, inseriti in fascia D, l’accensione sarà consentita solo a partire dal 1° novembre. “Le Marche – spiega Luca Bocchino, responsabile impianti di Confartigianato Ancona Pesaro e Urbino – rientrano interamente tra la fascia E, con accensione già dal 15 ottobre, e la fascia D, che riguarda soprattutto i comuni della costa, dove i termosifoni potranno riaccendersi dal primo novembre. In alcuni casi i sindaci hanno già firmato ordinanze che hanno anticipato la data.”
La legge prevede limiti di utilizzo differenziati: fino a 14 ore giornaliere per la fascia E e 12 ore per la fascia D. Anche le temperature sono regolamentate: massimo 18 gradi negli edifici industriali e artigianali, 20 gradi nelle abitazioni e negli uffici, con una tolleranza di due gradi. Le violazioni comportano sanzioni pesanti, fino a 3mila euro. Con l’avvio della stagione, Confartigianato richiama l’attenzione sulla sicurezza e sull’efficienza degli impianti. “La prima regola – sottolinea Bocchino – è la manutenzione annuale delle caldaie, obbligatoria per legge. Bisogna poi controllare le valvole termostatiche, che riducono la dispersione di calore e i consumi. Importante anche tenere sotto controllo la bolletta: non tutti sanno che nelle fasce orarie di picco il costo del gas può aumentare.”
Gli esperti, inoltre, consigliano inoltre di non coprire i termosifoni con oggetti, di scaricarli all’avvio della stagione e di mantenere una temperatura costante intorno ai 18-19 gradi. “Un grado in meno rispetto ai limiti di legge – aggiunge Bocchino – permette già un risparmio significativo, anche fino al 25% dei consumi abituali.” Oltre alla manutenzione, il momento può diventare occasione per valutare interventi di efficientamento. “Sostituire una vecchia caldaia con un modello a condensazione o con pompe di calore – conclude – significa investire in sicurezza e ridurre i consumi. E soprattutto avere un impianto più sostenibile, che guarda al futuro.”