Riccardo scomparso nel nulla: il risultato della perizia sui dispositivi digitali. Il legale: «E’ vivo, ma potrebbe essere in pericolo»

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È scomparso nel nulla, lasciando dietro di sé domande senza risposta. Riccardo Branchini, 19 anni, di Acqualagna, non dà notizie da domenica 13 ottobre. La sua auto, una Lancia Ypsilon, è stata ritrovata all’ingresso della centrale idroelettrica del Furlo. All’interno: vestiti, effetti personali, portafoglio e cellulare. Da allora, mesi di silenzio e ricerche. Le analisi tecniche sui dispositivi digitali indicano che Riccardo stava pianificando una partenza, con ricerche su treni, bus, autonoleggi e destinazioni italiane ed estere. Forse, al momento della scomparsa, non era solo.

«Dopo il dissequestro dell’auto, abbiamo ricostruito, tramite il satellitare del veicolo, i movimenti di quella notte. Sappiamo che fino alle 2 di notte Riccardo ha circolato senza andare direttamente alla diga. Non va lì, ma si ferma prima in un punto, in un parcheggio, poi in un altro punto e infine torna alla diga. Sembra quasi, e questa è un’ipotesi, che Riccardo stesse attendendo qualcuno», dichiara l’avvocato Elena Fabbri ai nostri microfoni.

Nei mesi scorsi le acque della diga sono state ispezionate a lungo, senza risultati. La richiesta di svuotamento avanzata dalla famiglia è stata respinta. Un robot subacqueo si è bloccato nei fanghi, mentre anche il sonar di ultima generazione non ha rilevato nulla. «Sin dall’inizio mi sono rivolta anche ai giornalisti, proprio per divulgare al massimo l’immagine di Riccardo», dice il legale. «Oggi è molto più probabile, plausibile e logico pensare che si sia allontanato. Non so se si tratti di un allontanamento volontario o, soprattutto, non so se Riccardo in questo momento, anche per il profiling che è stato fatto della sua persona, sia in grado di mettersi in contatto con la famiglia o abbia la possibilità di rientrare spontaneamente».

In un borsone restituito a un amico, è stato trovato un bigliettino con scritto “buona vita” e una scatola di fiammiferi. La procura di Urbino ha aperto un fascicolo e sequestrato una lettera, il cui contenuto è secretato. Intanto, fiaccolate, appelli pubblici e segnalazioni – vere e false – si sono susseguiti senza sosta. Conclude l’avvocato Elena Fabbri: «Abbiamo bisogno di segnalazioni per poter comprendere se è ancora in territorio nazionale o all’estero. Ma soprattutto se può essere in qualche modo aiutato. Se è in pericolo oppure è accompagnato anche da altre persone».

Di seguito il nostro servizio tg:

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