Riccardo Branchini, la madre scrive ad Acquaroli e chiede lo «sfangamento della Diga del Furlo»

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PESARO – Riceviamo e pubblichiamo integralmente la lettera scritta da Federica Pambianchi, madre di Riccardo Branchini, il giovane di 19 anni scomparso la notte tra il 12 e il 13 ottobre 2024 nei pressi della Diga del Furlo, indirizzata al Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli: «Mi chiamo Federica Pambianchi e sono la madre di Riccardo Branchini, un ragazzo di 19 anni scomparso il 13 ottobre 2024 nei pressi della Diga del Furlo, in provincia di Pesaro Urbino. Da quel giorno la mia vita si è fermata. Vivo in un limbo doloroso, sospesa tra il bisogno di verità e il terrore dell’incertezza. Riccardo ha lasciato la sua auto regolarmente parcheggiata vicino alla diga, con all’interno tutti i suoi effetti personali: il portafoglio con i documenti e i soldi, il cellulare, le chiavi di casa, lo zaino, i vestiti riposti in modo disordinato, una cintura a forma di cerchio sul sedile posteriore e le scarpe sotto il sedile. Se ne sarebbe andato solo in calzini e mutande, lasciando ogni cosa indietro. Non ha ritirato soldi dal conto, né ha mai più fatto accessi a nulla.

Riccardo Branchini – occhioallanotizia.it

La Procura di Urbino e la Prefettura hanno fatto ogni sforzo possibile per ritrovarlo: squadre specializzate, sommozzatori, unità cinofile, droni e sonar. Ma la presenza imponente di fango nella diga ha impedito una visibilità chiara. I sonar non hanno rilevato un corpo, ma nessuno ha potuto darmi la certezza che Riccardo non sia lì. Presidente, lo sfangamento ambientale della diga, già progettato dal 2021, rappresenta oggi per me molto più di un intervento tecnico. È l’unico modo per ottenere una risposta definitiva. Finché quel fondo non verrà ripulito, io vivrò nella più atroce delle angosce: il dubbio che mio figlio sia lì sotto, invisibile e silenzioso, mentre il tempo scorre e la decomposizione potrebbe cancellare per sempre ogni possibilità di verità. So che lo sfangamento è un intervento complesso e che coinvolge dinamiche ambientali e amministrative, ma oggi le parlo non come cittadina, ma come madre. Le chiedo, con tutta la dignità e la forza che mi restano, di non rimandare oltre. Le chiedo di ascoltare questo dolore e di aiutarmi a chiudere questa ferita con una risposta, qualunque essa sia. La prego di essere al mio fianco, di darmi voce, di sostenere concretamente la richiesta di procedere quanto prima con questo intervento, già previsto, già pianificato, ma mai realizzato. La ringrazio dal profondo del cuore per l’ascolto e resto a disposizione per ogni chiarimento o documentazione utile». Le indagini sulla scomparsa di Riccardo Branchini sono coordinate dalla Procura di Urbino, che ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio. La famiglia è assistita dall’avvocata Elena Fabbri. Le ricerche, fanno sapere i familiari, non sono mai state interrotte: nel tempo sono arrivate numerose segnalazioni, purtroppo accompagnate anche da diversi tentativi di truffa.

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