Pesaro, operazione della Guardia di Finanza: arrestato ed espulso cittadino albanese per spaccio di cocaina

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I Finanzieri del Comando Provinciale di Pesaro e Urbino hanno intensificato, nel fine settimana, i controlli sul territorio nell’ambito dei servizi di prevenzione e contrasto ai traffici illeciti, con particolare attenzione allo spaccio di sostanze stupefacenti. Durante uno di questi interventi, le Fiamme Gialle della Sezione Mobile del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Pesaro hanno notato un insolito via vai in una strada chiusa nei pressi del campo da rugby e del parco Scarpellini, nella zona sud della città. Il controllo di un cittadino italiano, trovato in possesso di una dose di cocaina, ha permesso di risalire a un soggetto di nazionalità albanese che, alla vista dei militari, ha mostrato segni di nervosismo e ha tentato invano di allontanarsi. La perquisizione, effettuata con l’ausilio dell’unità cinofila “Alex”, ha portato al rinvenimento di nove involucri di cocaina nascosti in un vano del sedile lato guida, per un peso complessivo di 11,30 grammi. Se immessa sul mercato, la droga avrebbe fruttato circa 790 euro. Rinvenuti anche 830 euro in contanti, ritenuti provento dell’attività di spaccio. Il cittadino albanese, già noto alle forze dell’ordine per precedenti specifici, è stato arrestato in flagranza di reato e segnalato alla Procura della Repubblica di Pesaro per violazione dell’articolo 73, comma 5, del D.P.R. 309/90. Nel corso dell’udienza per direttissima, il Tribunale di Pesaro ha convalidato l’arresto e disposto, su richiesta delle parti, la condanna a un anno e sei mesi di reclusione e 4.000 euro di multa, pena sostituita con la misura dell’espulsione dal territorio nazionale per cinque anni. L’espulsione è stata eseguita nella stessa giornata, con un volo di linea diretto a Tirana. L’operazione si inserisce nel quadro delle attività di potenziamento dei servizi di contrasto al traffico di stupefacenti disposte dal Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Pesaro e Urbino, in linea con le direttive del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, a fronte del crescente allarme sociale manifestato dalla comunità locale.

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