MARCHE – «Basta parlare del nulla: la ZES non esiste e forse non esisterà mai. Intanto, da quando Acquaroli governa le Marche, chiude un’impresa ogni 67 minuti», denuncia la segreteria del PD Marche.
Dal 2020, anno dell’insediamento del presidente Francesco Acquaroli, ad oggi, nella nostra regione – al netto delle cancellazioni d’ufficio, quindi con numeri reali ancora più alti – circa 43.500 imprese hanno cessato la loro attività (fonte Infocamere, aggiornamento al 31 luglio 2025).
Questo significa che ogni 67 minuti una impresa marchigiana abbassa la saracinesca per sempre.
Nel solo biennio 2022–2023, mentre altre regioni crescevano o registravano cali limitati, le Marche perdevano ben il 3,5% delle imprese attive, contro una media nazionale negativa di appena mezzo punto.
«Da tempo denunciamo un’anomalia grave e una crisi profonda del tessuto produttivo regionale», continua il PD Marche. «Nonostante la disponibilità di ingenti fondi pubblici – dal PNRR alla ricostruzione post-sisma – la Giunta Acquaroli non è stata capace di trasformarli in opportunità per le imprese».
È bene ricordare che il PD e i suoi parlamentari, alla luce di questi dati preoccupanti, chiesero con forza l’inserimento delle Marche nella ZES fin dalla sua istituzione con decreto-legge n. 124/2023, presentando più volte proposte e sollecitazioni. Se il Governo avesse approvato già due anni fa gli emendamenti presentati dagli onorevoli Irene Manzi e Augusto Curti, i benefici sarebbero stati attivi da allora e molte imprese oggi sarebbero ancora aperte. La giunta Acquaroli, invece, dopo aver taciuto di fronte all’esclusione, oggi plaude a un inserimento tardivo e solo annunciato. Il Governo ha scelto la lunga e incerta strada di un Disegno di Legge ancora da approvare, senza alcuna data certa di entrata in vigore.
Dal 4 agosto, giorno dell’annuncio, sono già trascorsi dieci giorni e, in questo lasso di tempo, circa 215 imprese marchigiane hanno cessato l’attività, stando alle medie sopra citate.
Con un Decreto Legge immediato, molte avrebbero forse potuto salvarsi: «Quante imprese ancora dovranno chiudere prima che la promessa diventi realtà?».
Da sottolineare, inoltre, che anche quando e se la misura entrerà in vigore, non sarà comunque estesa a tutto il territorio regionale: oltre 100 Comuni resteranno esclusi, con il rischio di generare concorrenza sleale interna. Le imprese dei territori esclusi potrebbero trasferirsi nei Comuni inclusi per ottenere i benefici, come già accaduto in Abruzzo.
Per il PD Marche, servono azioni concrete e immediate:
- Approvare subito un Decreto ponte fino all’entrata in vigore della Legge, per rendere disponibili da subito le agevolazioni.
- Includere tutti i Comuni marchigiani, eliminando i confini interni alla ZES.
- Rifinanziare la ZES Unica in modo proporzionale all’ampliamento territoriale, garantendo risorse adeguate.
«Non si governa a colpi di annunci, ma con misure efficaci, eque e sostenute da risorse vere», conclude la segreteria PD Marche. «La nostra regione non può permettersi altri mesi di attesa e altre centinaia di imprese chiuse».