FANO – “Con la deliberazione n. 403 del 24 marzo 2025, la Giunta regionale ha definito l’assetto organizzativo delle nuove forme di Cure Primarie e delle Case della Comunità. Come avevamo già denunciato dopo l’approvazione della prima Deliberazione (n. 2 del 13 gennaio 2025), Fano risulta clamorosamente esclusa: nell’atto definitivo non compare alcuna previsione di Casa della Comunità per il nostro territorio”.
“Una decisione grave e incomprensibile, che ignora il peso demografico e sociale della terza città delle Marche, e che smentisce le dichiarazioni rassicuranti rilasciate in Consiglio comunale dalla maggioranza, nella seduta del 25 marzo scorso. In quell’occasione, avevamo presentato un ordine del giorno – proposto dal gruppo PD con l’adesione di Fano Cresce e In Comune con Mascarin – per segnalare il rischio concreto di esclusione di Fano, insieme alla richiesta di rafforzare i servizi sanitari territoriali nel nostro distretto, purtroppo respinta dalla maggioranza”.
“Il Sindaco Serfilippi, però, aveva dichiarato che “Fano è già nei piani regionali”, salvo poi aggiungere “non c’è urgenza, perché ad oggi mancano le risorse per queste ulteriori strutture” mentre altri consiglieri comunali di maggioranza parlavano di una “filiera istituzionale ben funzionante”, liquidando la nostra proposta come “superflua” e “fuori luogo”.
“Oggi i fatti dicono altro: non è prevista nessuna Casa della Comunità a Fano, né tra quelle da realizzare coi fondi PNRR, né tra quelle coi fondi regionali. E questo accade in un momento storico in cui si invoca da ogni parte il potenziamento della sanità di prossimità, più accessibile, integrata e centrata sulle persone, come delineato dal D.M. 77/2022 e dalla missione Salute dello stesso PNRR”.
“La verità è che, al di là degli slogan e delle promesse, Fano è stata dimenticata dalla sanità regionale, e il Comune ha lasciato fare. Il tanto sbandierato allineamento tra Regione e Comune non ha finora prodotto alcun beneficio concreto per la comunità fanese”.
“Questa esclusione si inserisce in una contraddizione politica e istituzionale ancora più ampia: negli ultimi anni si è bloccato il progetto di rafforzamento dell’Ambito Sociale 6, con la costituzione dell’Azienda pubblica di Servizi alla Persona, approvata da tutti i 9 Comuni coinvolti. Il motivo, o meglio il pretesto, era che prima si dovesse “fare coincidere Ambiti Sociali e Distretti Sanitari”, obiettivo indicato da tempo da normative nazionali e regionali, che nel nostro caso significa unire l’ATS 6 che fa capo a Fano con l’ATS 7 che fa capo a Fossombrone. Ma nonostante i proclami, con ben due leggi regionali si è continuamente rinviata la realizzazione di questa coincidenza, almeno fino alla fine del 2025″.
“Di fatto, fino alle prossime elezioni, il nostro territorio viene penalizzato due volte: nel sociale e nel sanitario”.
“Fano non viene considerata né rispettata come gli altri territori. Questo è il punto. E a pagarne il prezzo non sono le forze politiche, ma i cittadini, le famiglie, gli anziani e le persone fragili, che continueranno a non avere accesso a servizi sanitari e sociali integrati e qualificati promessi da tempo e di cui c’è oggi più che mai bisogno”.
“Non servono più rassicurazioni né dichiarazioni di intenti: servono risposte. E servono adesso e non dopo le elezioni!”.
I Consiglieri comunali del gruppo PD Fano