Oltre 2.600 eventi e 100mila presenze: ecco l’eredità di Pesaro 2024

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Salone Pallerini di Palazzo Gradari gremito di pubblico per la presentazione (martedì 8 luglio) di Pesaro 2024: un viaggio nella natura della cultura, il report finale di un’esperienza straordinaria che ha visto la città cogliere nel profondo l’opportunità di ridefinire la propria identità culturale. Ricca la presenza dei rappresentanti dei soggetti attuatori dei numerosi progetti che hanno preso forma nel dossier e delle istituzioni culturali, dei sindaci del territorio, e dei tanti cittadini.
Ad aprire la presentazione della pubblicazione è stato il sindaco Andrea Biancani, che ha ringraziato il vicesindaco Daniele Vimini, il direttore generale Silvano Straccini, lo staff di professionisti che ha lavorato durante l’anno incredibile da Capitale e tutti i volontari coinvolti. «I numeri parlano chiaro: la Capitale della cultura ci ha fatto vivere un’anno straordinario; una grande opportunità che prendiamo come un inizio di qualcosa di ancora più grande. L’obiettivo, ora, è consolidarci ad un pubblico internazionale mostrandoci sempre più attrattivi». Poi, un passaggio sul 2025: «Seguendo il filone dello scorso anno, abbiamo confermato la possibilità di visitare Rocca Costanza e Palazzo Ducale; abbiamo realizzato una brochure con 23 luoghi della cultura – privati e pubblici – che è possibile scoprire in città; abbiamo condiviso un calendario unitario di eventi con Gabicce e Gradara proseguendo l’idea lungimirante di “50×50 Capitali al quadrato” che ci ha insegnato l’importanza di essere uniti nel promuovere, insieme, un unico territorio». L’iniziativa è stata l’appuntamento giusto per rimarcare la crescita della città che, come sottolineato da Biancani: «Sta accogliendo nuove strutture ricettive, con una richiesta turistica che aumenta giorno dopo giorno. Questo ci suggerisce che l’esperienza di Pesaro 2024 ci ha dato una gran spinta e ha reso coscienti anche gli imprenditori locali che, con grande spirito di attaccamento, investono sulla città». Un accenno al progetto dei Volontarx che è tornato ad essere operativo: «Siamo riusciti a rendere centinaia di cittadini partecipi di un’esperienza unica e siamo riusciti a coinvolgerli anche oggi – dopo l’esperienza di Pesaro 2024 – all’interno delle iniziative più importanti della città; un prezioso contributo che non potevamo disperdere e che oggi ci rende orgogliosi della città che siamo». Infine, un passaggio su Pesaro e Urbino, Capitale europea 2033: «Un progetto concreto di promozione della città in cui crediamo fortemente, ma stiamo ancora aspettando risposte da parte della Regione Marche per un supporto reale».
ll report che presentiamo oggi è molto più di una sintesi tecnica: è il racconto di un anno intenso, costruito insieme: così Silvano straccini direttore generale di Pesaro 2024 – Capitale italiana della cultura che ha moderato l’incontro. Non solo un bilancio di quanto realizzato, ma anche un punto di partenza per aprire nuovi percorsi evolutivi. Dalle pagine del report emerge il ritratto di una città e di un territorio che hanno saputo immaginare, mettersi in gioco e sperimentare coinvolgendo tutti i soggetti del territorio. In questo anno, la cultura ha assunto la forma di un processo e non di un semplice evento e la città ha risposto in maniera davvero positiva ad una nuova idea di cultura tra arte, natura e tecnologia. La sfida ora è comprendere come dare continuità a questa impostazione policentrica e generativa. Lo (abbiamo fatto) faremo con l’aiuto di chi è stato protagonista di questo percorso e con il contributo di esperti del settore culturale, a cui abbiamo chiesto di guidarci nell’interpretazione di questi primi risultati.
Tutti appassionati e motivati gli interventi dei relatori. Mario Turetta capo dipartimento per le Attività Culturali del Ministero della Cultura ha inviato una nota in cui ha sottolineato il motivo per cui la candidatura di Pesaro si è distinta: e cioè la solidità della visione strategica e la forte integrazione tra cultura, sostenibilità e valorizzazione del territorio. Daniela Tisi dirigente Settore Beni e Attività Culturali della Regione Marche ha ricordato uno degli elementi più forti del progetto di Pesaro e cioè il coinvolgimento dell’intero territorio con un lavoro in rete molto fitto, modalità che rappresenta una strada maestra per l’amministrazione regionale. Massimiliano Zane progettista culturale consulente in Economia della Cultura ha restituito un’analisi tecnica del report, evidenziando ciò che emerge in modo molto forte dal percorso di Pesaro e cioè l’impatto sociale. La città ha interpretato molto bene il suo riposizionamento attraverso una cittadinanza attiva e una qualità della vita migliore con l’idea di una cultura su tutti e per tutti. C’è stata un’effettiva misurazione del cammino fatto – cosa che non sempre accade -, per questo Pesaro può diventare un caso da studiare e ciò che è stato fatto è un trampolino di lancio verso il futuroGiovanna Brambilla storica dell’arte e membro della knowledge community di CCW-Cultural Welfare Center Torino ha analizzato il caso di Pesaro come ecosistema partecipato e formativo, un progetto interamente costruito attorno alla cittadinanza che rappresenta una nuova strada per percorrere l’idea di Capitale della cultura. Importante l’attenzione a molti target e la ricchissima produzione editoriale tra carta e podcast.
Le conclusioni affidate a Daniele Vimini vicesindaco e assessore alla Cultura del Comune: il 2024 è innanzitutto un approccio che è non solo guardare al passato ma anche al presente per interrogare il futuro della nostra cultura e della nostra visione del territorio e della provincia, per stimolare il confronto e la progettazione rispetto ad una visione di futuro. Ma lascia anche un metodo che è quello della coprogettazione, di coinvolgere direttamente come protagonisti le scuole e le associazioni in particolare, di promuovere le capacità di intrapresa di tanti soggetti attuatori. Un modo di lavorare a rete che mancava nella nostra provincia. E’ stato un modello che ha preso forma in modo concreto: dopo anni in cui si diceva di far dialogare costa e interno, ci siamo riusciti con i 50 Comuni della provincia lavorando con la massima armonia e la massima condivisione; un modello che molti altri stanno cercando di imitare ma che è difficile attuare senza quel lavoro profondo di condivisione che è durato 3 anni. E poi Vimini ha fornito i macrodati davvero positivi di Pesaro Capitale: 182.530 presenze ai progetti di Pesaro 2024 con ben 2.683 eventi realizzati che hanno coinvolto 2.210 figure tra artisti, curatori e autori; un incremento di presenze del 101% nei luoghi della cultura cittadini (+ 58.183) e del 31% di presenze turistiche (+265.000).
Durante la presentazione, un momento emozionante: la consegna – da parte del sindaco e dell’assessore Vimini – ad Agostino Ercolessi pesarese doc che a dicembre compirà 102 anni, figura storica della città e autore di libri diversi sulla storia locale, del volume “Pesaro, la natura della cultura”, che racchiude le eredità lasciate da Pesaro, Capitale italiana della cultura 2024.
Il report
Attraverso 244 pagine e 8 capitoli che mettono in luce i valori che hanno guidato Pesaro 2024 (la partecipazione, l’accessibilità, l’inclusione, la comunicazione con attori diversi), il volume offre una prima narrazione strutturata di un anno denso di progettualità, relazioni, eventi e trasformazioni lungo un percorso articolato che ha scelto la condivisione come metodo di lavoro guida. Notevole l’apparato fotografico, capace di restituire efficacemente l’emozione e il coinvolgimento attorno alle proposte di Pesaro 2024. Vale la pena ricordare che Pesaro 2024 è riuscito a mettere in moto 1.380 cittadini (tanti quelli direttamente interessati nei processi), ha offerto più di 1.000 eventi che hanno coinvolto oltre 2.000 artisti provenienti da 30 paesi del mondo per un pubblico totale di 110.000 presenze: cifre che esprimono molto chiaramente l’imponente impatto positivo anche dal punto di vista turistico. Pesaro 2024: un viaggio nella natura della cultura rappresenta dunque una produzione editoriale che dimostra una volta di più che l’eredità di Pesaro 2024 non si esaurisce nell’arco temporale di un anno, ma rappresenta una base solida per guardare con determinazione al futuro e alla prossima sfida: la candidatura – insieme con la provincia – a Capitale europea della cultura 2033.

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