Meccanica nelle Marche: in calo produzione ed export ma non mancano segnali incoraggianti

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ANCONA – Anche la meccanica, da sempre uno dei comparti più vivaci nelle Marche, rallenta. Negli ultimi sei anni nella nostra regione le imprese attive sono calate del 9,8% pari a 449 imprese attive in meno. Nello stesso periodo, le imprese attive nel complesso delle manifatture (industria in senso stretto) calano del 15,4% (-3.039 imprese) e le imprese complessive del 12% (-17.830). Questo significa che le perdite di imprese nei settori della meccanica sono meno gravi di quelle dell’industria e del complesso dell’economia. Se poi nella meccanica si fanno rientrare anche le attività di manutenzione e installazione di macchine ed apparecchiature, strettamente collegate alla meccanica, allora le perdite del settore risultano ancora più limitate pari al -6,1% (-338 imprese attive).

Un danno non catastrofico e tutto sommato accettabile considerati i tempi che stiamo vivendo tra conflitti, crisi internazionali, aumento delle materie prime e costi dell’energia”.

Ad affermarlo il presidente di CNA Industria Marche, Luigino Gambini anche sulla scorta delle analisi sui dati raccolti dal Centro Studi CNA delle Marche.

Nei settori meccanica e  mezzi di trasporto (quest’ultimo comprende automotive e cantieristica navale), il primo trimestre 2025 è stato caratterizzato per la meccanica da attività produttiva in calo tendenziale (-1,1%); calo meno marcato rispetto al dato nazionale (-3,4%). Anche per i mezzi di trasporto la produzione nel primo trimestre 2025 è negativa (-0,9%) legata alla difficile situazione della filiera automotive, in presenza tuttavia di una “positiva intonazione della cantieristica navale”. E’ invece in contenuta crescita nel complesso l’attività commerciale: l’andamento delle vendite in termini reali ha registrato un aumento dell’1,6% rispetto allo stesso periodo del 2024, con una dinamica più evidente sul mercato interno (+1,9%) e più contenuta sull’estero (+0,6%). “Abbiamo meno ordini in termini numerici – commenta Luigino Gambini – ma più consistenti in quantità e dunque in fatturato e questo è un dato positivo anche relativamente ai costi di produzione”.

Analizzando i dati nel II trimestre 2025 è proseguito il calo produttivo della meccanica marchigiana (-1,8%) meno pronunciato rispetto al dato nazionale (-2,5%). Le vendite sul mercato interno hanno registrato un calo del 2,1% rispetto al secondo trimestre 2024. Le vendite sull’estero hanno registrato -3,3% rispetto al trimestre aprile-giugno. Per i mezzi di trasporto il II trimestre è stato di moderato recupero (1,6%) rispetto al rallentamento che ha caratterizzato il settore causato dalla difficile situazione dei comparti a monte dell’automotive, pur in presenza di un andamento favorevole della cantieristica navale. L’andamento delle vendite ha registrato un +0,4% rispetto allo stesso periodo del 2024, con una dinamica positiva sul mercato interno e stazionaria sull’estero: +0,7% per il mercato interno, -0,1% per il mercato estero.

Le previsioni degli operatori riguardo alla tendenza delle vendite per i prossimi mesi – afferma ancora Luigino Gambini – sono orientate ad un moderato miglioramento del quadro congiunturale su entrambi i mercati. Restano più incerte le prospettive dei settori legati all’automotive”.

C’è poi la questione export e quella dei dazi. Nel primo trimestre le esportazioni complessive dei nove distretti industriali marchigiani si sono attestate a 1,1 miliardi di euro, registrando un calo del 10,6 per cento rispetto ai 1,2 miliardi del periodo gennaio–marzo 2024 (-127 milioni).” La flessione è più marcata rispetto alla media nazionale (-3,6%).  “Tra i distretti più colpiti spiccano le macchine utensili di Pesaro (-22,2%, da 145 a 113 milioni)” penalizzate dalla riduzione delle vendite verso gli Stati Uniti  che da soli assorbono quasi il 15% dell’export distrettuale . Un lieve calo riguarda il distretto fabrianese delle cappe aspiranti e degli elettrodomestici con esportazioni che scendono da 214 a 212 milioni di euro (-0,7%). “L’evoluzione dei distretti continuerà però a essere condizionata dal clima di incertezza e dalla discontinuità della politica commerciale americana. Mediamente i distretti marchigiani esportano verso gli Stati Uniti l’8% del totale, con punte del 14,6% per le Macchine utensili. Nelle singole principali voci di attività, le maggiori intensità di presenza di imprese attive nel settore  continuano ad essere registrate dalla provincia di Ancona per 5 voci sulle sette considerate: ovvero per  metallurgia, prodotti in metallo (esclusi macchinari e attrezzature), computer e prodotti di elettronica e ottica elettromedicali misurazione; apparecchiature elettriche e per uso domestico. Nelle rimanenti due voci (macchinari e apparecchiature nca e altri mezzi di trasporto) la leadership per numero imprese attive appartiene invece alla provincia di Pesaro e Urbino, che nella numerosità delle imprese attive nella cantieristica primeggia decisamente rispetto ad Ancona, a causa della diversa specializzazione nel settore.

“In questo quadro che ci indica numeri tutti orientati al segno meno – conclude il presidente di CNA Industria Marche, Luigino Gambini – non bisogna perdere la speranza. Anzi. Il fatto che le aziende meccaniche della nostra regione lavorino non solo in qualità ma con un livello tecnologico di assoluto rilievo, ci pone in posizione privilegiata. Dobbiamo solo avere fiducia e cercare opportunità sui nuovi mercati. In questo ci attendiamo una mano anche dalle istituzioni”.

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