Marinella Topi: “Sconfitta pesante per il centrosinistra, serve una vera riflessione nel PD”

0
48

MARCHE – “La sconfitta del PD e del centro-sinistra alle elezioni è amara e molto pesante. Il risultato è stato peggiore di quello del 2020, quando si era espressa un’opinione negativa su come il centro sinistra aveva governato la Regione, in particolare, sulla sanità e sul terremoto. Non era stato riproposto il presidente uscente, la scelta del candidato era avvenuta dopo divisioni e discussioni non facili e non si era realizzata un’alleanza ampia fra le forze progressiste. 

Nella provincia di Pesaro Urbino dove avrebbero dovuto arrivare i consensi più alti la destra ha vinto nella maggioranza dei Comuni. 

Questa volta la coalizione, finalmente unita, ha presentato un candidato considerato vincente da tutti. Condizioni di partenza buone che avrebbero potuto portare alla vittoria anche perché sotto esame era la giunta di destra di Acquaroli.

Così non è stato. Di fronte a questo risultato è necessario aprire una discussione nel PD, nella coalizione, fra le persone per analizzare seriamente le ragioni dell’ulteriore sconfitta. Non si deve fare finta di niente com’è accaduto nel 2020 quando non si è voluto riflettere sulle ragioni della perdita e le condizioni per costruire una prospettiva di rilancio.

Guardando la realtà dobbiamo capire che alcune idee della destra o meglio del neo-liberismo sono penetrate nella testa delle persone di sinistra, penso agli immigrati, alle privatizzazioni ecc. Il PD e la coalizione non sono riusciti ad elaborare un pensiero alternativo, su come affrontare la crisi economica, sociale e morale della nostra società, non abbiano saputo formulare una critica incisiva al governo Acquaroli e proporre una visione diversa di governo. 

Il PD e la coalizione hanno pensato di affidarsi ad una sola persona con ciò affermando l’idea di una visione salvifica e individualistica della politica invece di affrontare i problemi aperti nella società marchigiana. Nella realtà la candidatura di Ricci ha allontanato una parte di elettori che non hanno visto di buon occhio l’accumulo di cariche in un’unica persona. Era latente la domanda su cosa avrebbe fatto Ricci in caso di perdita, sarebbe rimasto in Regione a condurre l’opposizione o avrebbe abbandonato per tornare in Europa?

Un elemento molto preoccupante per la tenuta della democrazia è rappresentato dall’astensione (50,01%). Consideriamo pure che i cittadini non ritengono importanti le Regioni. L’Autonomia differenziata, anche in questo senso è molto sbagliata e risponde più agli interessi di alcuni governanti e politici che a quelli delle persone. L’astensione, tuttavia, fa capire quanta rabbia e sfiducia ci sia nei confronti dei partiti, soprattutto, di quelli della sinistra.

Le ragioni della sconfitta come sempre sono diverse e non riconducibili ad un’unica spiegazione, aggiungo perciò alcune altre considerazioni.

Nel tempo la sinistra ha perso il radicamento nel territorio e il rapporto con le persone. Si è pensato che fosse possibile sostituire l’assenza di relazioni solide con cene o con incontri in spiaggia o passeggiate ecc. che sono servite più per stringere le mani che per capire i problemi veri. 

La campagna elettorale è stata troppo urlata, a slogan, leggera, senza approfondimenti e incapace di parlare al cuore dei cittadini che non arrivano a fine mese, si confrontano con la precarietà e temono 

lo scoppio di una terza guerra mondiale.

I candidati hanno pensato più ad affermare se stessi e accaparrarsi i voti piuttosto che dare l’idea di far parte di un progetto collettivo.

Il riconoscimento della Palestina, la condanna del genocidio di Gaza, battaglia giusta e sacrosanta ha dato l’idea non di un’adesione vera e sincera ma di una sua strumentalizzazione. Molti, infatti, sanno che la linea del PD in Europa è stata altalenante e non del tutto coerente. La grande partecipazione, soprattutto, dei giovani spontanea alle manifestazioni per Gaza dimostrano del resto lo scollamento fra i partiti e la società civile. 

La destra ha dimostrato di avere rapporti veri e consolidati con le forze economiche, con i cittadini della costa e delle aree interne. In questa legislatura ha avuto a disposizione notevoli risorse economiche provenienti dal PNRR e non solo, che ha distribuito soprattutto ai Comuni e alle categorie economiche e alle persone di riferimento. Per contrastarla occorreva ben altro.

Una volta fatte le analisi, capiti gli errori occorre ricominciare a fare politica senza pregiudiziali e senza primogeniture o lotte fra i vari capi-corrente. Bisogna comprendere che il leaderismo non è più uno strumento utile e che bisogna superare la concezione del partito come comitato elettorale per ricostruire un pensiero politico della sinistra”.

 

Marinella Topi – ex sindaco di Fermignano

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here