Leonardo Calcina, archiviata l’inchiesta per istigazione al suicidio. L’avvocato e la famiglia del 15enne: «Non ci arrendiamo» (VIDEO)

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SENIGALLIA 15 NOV – Il procedimento aperto dalla Procura dei Minori di Ancona sulla morte di Leonardo Calcina, il quindicenne di Montignano di Senigallia che il 13 ottobre 2024 si è tolto la vita utilizzando l’arma del padre, è stato archiviato dal giudice per le indagini preliminari. La decisione è emersa solo pochi giorni fa, quando l’avvocato della famiglia,  Pia Perricci ha avuto accesso agli atti scoprendo il provvedimento già depositato. L’inchiesta, avviata con l’ipotesi di istigazione al suicidio, mirava a chiarire se gli episodi di bullismo riferiti dal ragazzo potessero aver avuto un ruolo nel gesto estremo. Leonardo, studente dell’Istituto Panzini, aveva confidato ai familiari e ad alcuni conoscenti di essere oggetto di offese e prese in giro da parte dei compagni. Gli accertamenti degli inquirenti, però, non hanno ritenuto sussistente alcun nesso diretto tra quelle vicende e la tragedia, né elementi idonei a configurare il reato di atti persecutori. Per la famiglia, la notizia dell’archiviazione è stata un fulmine a ciel sereno.

La conferenza stampa odierna a Senigallia – Foto di occhioallanotizia.it

«Non siamo stati avvisati, nonostante avessimo chiesto formalmente di essere informati qualora la Procura avesse deciso di chiudere il fascicolo» denuncia l’avvocata Perricci che parla di una limitazione dei diritti della parte offesa. La legale annuncia un’immediata opposizione al decreto di archiviazione, sostenendo che diversi ragazzi avrebbero confermato situazioni di emarginazione e comportamenti ostili nei confronti di Leonardo, già menzionati anche nei primi rapporti dei carabinieri. La mamma e il papà di Leonardo hanno scritto una lunga lettera indirizzata al Presidente della Repubblica, alla Presidente del Consiglio e ai ministri della Giustizia e dell’Istruzione, chiedendo l’introduzione di una specifica fattispecie penale dedicata al reato di bullismo. A portare fisicamente la lettera a Roma sarà un uomo definito dall’avvocata «dal cuore d’oro», che ha deciso di compiere il viaggio in bicicletta come gesto simbolico e di sostegno. Nella missiva, che sarà accompagnata da una proposta di articolo di legge redatta dalla stessa Perricci, i genitori ripercorrono le sofferenze vissute dal figlio e pongono una domanda che – dicono – finora non ha ricevuto risposta: «Se fosse successo a vostro figlio, cosa avreste fatto?»

Di seguito le interviste:

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