Le Province marchigiane contro la Regione: «No al trasferimento della compatibilità paesaggistica»

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ANCONA, 05 DICEMBRE 2025 – Le cinque Province marchigiane ribadiscono il loro no categorico all’assunzione della Competenza all’accertamento postumo della compatibilità paesaggistica stabilita unilateralmente dalla Regione e senza che si sia espresso neanche il Consiglio delle Autonomie Locali.  La Giunta regionale con la delibera 1704 del 2025, concernente la Legge regionale n. 19/2023 in merito agli “Indirizzi e direttive agli enti delegati all’esercizio delle funzioni amministrative in materia di paesaggio – Competenza all’accertamento della compatibilità paesaggistica” ha stabilito il trasferimento della competenza di accertamento postumo di compatibilità paesaggistica in capo agli Enti provinciali, che per tutta risposta hanno espresso, nel termine previsto dei tre giorni, parere negativo ad una simile misura, inviando una serie di osservazioni al riguardo. Nonostante questo, il Consiglio delle Autonomie, chiamato ad esprimere parere entro tre giorni, non è stato neanche convocato.

La contrarietà all’ipotesi di riorganizzazione ed ampliamento delle funzioni in materia di paesaggio era già stata comunicata anche da parte dell’Upi Marche lo scorso aprile, su input sempre delle cinque Province. Nonostante ciò, la Regione ha ritenuto di procedere con l’atto amministrativo.  Nello specifico le motivazioni che hanno portato Upi Marche ed i cinque Enti territoriali ad esprimere parere negativo riguardano l’estensione dell’area di competenza prevista da Palazzo Raffaello nell’ambito paesaggistico. Le funzioni delle Province marchigiane in materia di bellezze naturali comprendono, da un lato, quelle di autorizzazione preventiva e postuma relativi agli interventi in aree tutelate ed alle procedure per gli interventi abusivi in aree vincolate, permettendo la sanatoria (postuma) se l’opera non ha alterato permanentemente il paesaggio, e dall’altro, il parere ex art.32 L.47/1985 in materia di condono edilizio. «In questo quadro non si vede dunque come possa essere ritenuta conforme e coerente con il descritto quadro legislativo regionale, una successiva ulteriore estensione dell’area delle competenze delegate agli enti locali così da comprendervi, con mero atto amministrativo, una tipologia di accertamento postumo di compatibilità paesaggistica che è, con tutta evidenza, estranea al regime di gestione procedimentale del vincolo paesaggistico quale risulta dal Codice dei beni culturali e del paesaggio, e sicuramente non ascrivibile al procedimento di rilascio del parere ex art.32 L.47/1985 per la definizione delle pratiche di condono edilizio», ha affermato il presidente dell’Upi Marche, Giuseppe Paolini.

«A tutto questo si aggiunge anche – ha proseguito Paolini – il principio di non aggravamento degli oneri economici che gli enti delegati si stanno inopinatamente da anni sobbarcando per la gestione di funzioni regionali in materia di bellezze naturali particolarmente gravose e impegnative, senza che la Regione abbia mai disposto il trasferimento delle dovute risorse. Prevedere ulteriori competenze è, dunque, anche finanziariamente insostenibile. La situazione è ancor più inaccettabile – ha concluso il presidente – considerando che la struttura operativa del CAL, contattata telefonicamente, ha comunicato che lo stesso CAL non ha espresso il parere entro i tre giorni assegnati, determinando così la possibilità per la Giunta di prescindere dal parere del Consiglio delle Autonomie. Mi chiedo come mai non sia stato convocato il Consiglio delle Autonomie nonostante un parere nettamente contrario alla DGR 1704 espresso nei termini da tutte le Province marchigiane».

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