Inchiesta ‘Affidopoli’ a Pesaro, domani verrà ascoltato Matteo Ricci

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Sono giorni molto tesi a Pesaro per via del caso “Affidopoli”. Si tratta dell’inchiesta giornalistica avviata dal quotidiano Il Resto del Carlino nel luglio 2024, che in seguito ha attirato l’attenzione della Procura pesarese, portando all’apertura di un fascicolo. Gli indagati sono ventiquattro, tra cui Massimiliano Santini (ex responsabile organizzativo della giunta Ricci), Stefano Esposto (gestore delle associazioni Opera Maestra/Stella Polare), Franco Arceci (ex capo di gabinetto) e Matteo Ricci (ex sindaco di Pesaro, oggi candidato del Partito Democratico alle prossime elezioni regionali nelle Marche). Nei giorni scorsi, in Tribunale a Pesaro, sono stati ascoltati Stefano Esposto e Massimiliano Santini. I due, come vi abbiamo già raccontato, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

(Massimiliano Santini all’uscita del Tribunale di Pesaro – Foto: occhioallanotizia.it)

L’ex collaboratore, addetto alle attività di coordinamento della comunicazione social e degli eventi, ieri mattina ha parlato così ai cronisti presenti all’uscita dal Tribunale: «Gli atti dicono che lei aveva un ruolo di gestione, addirittura come fosse un pubblico ufficiale?» «Pubblico ufficiale di fatto è un’espressione un po’ strana: non l’ho mai sentita – risponde Santini –. Comunque, ripeto, non posso rilasciare alcuna dichiarazione. Nel momento opportuno avrò la possibilità e il dovere di rispondere alle domande e raccontare la mia esperienza, la mia verità». A proposito delle movimentazioni finanziarie aggiunge: «La ricostruzione dei flussi di denaro è stata fatta dalla Procura e noi ci atteniamo a quella. Fondamentalmente, io ho fiducia nella magistratura, ma anche rispetto». Nessuna dichiarazione invece da parte di Esposto. Domani sarà il turno dell’europarlamentare PD Matteo Ricci, che per la Procura avrebbe ottenuto visibilità politica attraverso eventi sostenuti con fondi pubblici in modo irregolare.

Le parole di Ricci

Il candidato PD alle prossime regionali è già intervenuto più volte sull’inchiesta “Affidopoli”. La prima volta subito dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia e successivamente in merito al palo allestito a Baia Flaminia per la cena elettorale. Ricci ha inoltre chiarito la questione della coalizione: «A me è arrivato l’avviso di garanzia alle 15 e alle 17 sia Conte che la Schlein avevano già tutte le carte», ha spiegato. «Così io mi sono mosso dal primo minuto, ed è giusto che leggano le carte. Certo, quando nelle carte si dice che il mio vantaggio da questa vicenda sarebbe stato un vantaggio di consenso elettorale e di visibilità, capite che l’amarezza è tanta». Il candidato PD ha poi ribadito la propria estraneità ai fatti contestati, sottolineando come nessuno degli amministratori coinvolti abbia tratto vantaggio economico personale: «È una tesi che smonteremo con il mio avvocato. Ma intanto quella tesi dice una cosa: che nessuno di noi ha preso un euro. Né io, né i dirigenti, né le persone coinvolte». Ricci ha inoltre cercato di ridimensionare la portata mediatica del caso, parlando di una strumentalizzazione che rischia di distorcere la realtà: «Non ho mai seguito quelle pratiche, non me ne sono mai occupato, sono completamente estraneo. Lo dico anche per ridimensionare l’aspetto mediatico che questa vicenda ha avuto». Nonostante le polemiche, Ricci ha rilanciato il suo progetto politico con determinazione: «Si va avanti senza paura, l’ho esorcizzata quella paura. Siamo orgogliosi, determinati, per avere finalmente una regione protagonista, forte, autorevole. Una regione che metta al centro i più deboli, che voglia rilanciare economia e lavoro e che faccia della sanità pubblica un pilastro della sua azione».

Matteo Ricci, candidato del PD alle prossime elezioni regionali

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