Il 13 dicembre ricorre la “Giornata dedicata agli scomparsi”, istituita nel 2019 dal Commissario Straordinario del Governo per le Persone Scomparse. La ricorrenza rappresenta un’occasione per accendere i riflettori su un fenomeno ancora attuale e complesso, che spesso coinvolge anche minori di età. A Pesaro, per l’occasione, si è svolto un incontro nel Salone Metaurense della Prefettura. Hanno partecipato l’assessore regionale alla Protezione civile Tiziano Consoli, il comandante provinciale dei carabinieri di Pesaro-Urbino Alessandro Corda, il funzionario regionale di Protezione civile Mauro Perugini e il comandante dei Vigili del Fuoco di Pesaro-Urbino Lodovico Camilletti. A margine dell’evento – ai nostri microfoni – è intervenuta il prefetto di Pesaro-Urbino, Emanuela Saveria Greco: “Questa giornata vuole richiamare l’attenzione su un fenomeno che purtroppo è ancora piuttosto rilevante, quello delle persone scomparse, che si allontanano non volontariamente e che tutte le componenti dello Stato, insieme alle associazioni di volontariato, si impegnano a ritrovare”. Sul ruolo della Prefettura nelle attività di ricerca, il prefetto ha spiegato: “Il prefetto coordina le ricerche e riunisce il CCS, il Centro di coordinamento dei soccorsi, proprio per individuare le strategie migliori finalizzate alla ricerca e, si spera, al ritrovamento della persona”. Greco ha quindi fornito alcuni dati relativi al territorio provinciale:“Negli ultimi tre anni le scomparse sono state 29, con 21 ritrovamenti per quanto riguarda i cittadini italiani. Il dato complessivo, però, è più alto perché sono moltissimi i minori stranieri non accompagnati che arrivano nel nostro territorio e che poi spariscono”. Infine ha aggiunto: “Si spera che abbiano altre destinazioni da raggiungere, ma si tratta comunque di un fenomeno che è sotto la lente di ingrandimento del Commissario straordinario per le persone scomparse”.

Momento particolarmente toccante dell’incontro è stata la testimonianza di Federica Pambianchi, mamma di Riccardo Branchini, il giovane di Acqualagna (Pesaro-Urbino) scomparso nella notte tra il 12 e il 13 ottobre 2024, del quale a oggi non si hanno ancora notizie nonostante le intense ricerche. “L’indagine è formalmente ancora aperta, ma nessuno può dire cosa sia successo quella notte. Dall’analisi sui dispositivi elettronici è emerso che cercava viaggi all’estero… forse cercava un cambiamento. C’è anche il dubbio che possa essere nella diga, sommerso dal fango. Vivo in un limbo di speranza: ogni mattina mi sveglio chiedendomi se sarà il giorno in cui riceverò notizie. Non smettiamo di cercare Riccardo e grazie per avermi dato la possibilità di raccontare questa storia”. Nel corso dell’evento è intervenuta anche l’avvocata Elena Fabbri, che negli anni ha seguito numerosi casi di persone scomparse e che oggi assiste la famiglia di Riccardo Branchini: “Ogni volta che si cerca una persona scomparsa il tempo è prezioso. La vita di chi cerca una persona scomparsa è una vita sospesa. Denunciare immediatamente è importantissimo. Oggi sono stati fatti passi in avanti, perché l’allontanamento volontario deve essere provato e verificato”. Fabbri ha poi sottolineato il ruolo del legale in questi casi: “Il compito dell’avvocato è far comprendere alla famiglia quali siano i passi delle ricerche, offrendo anche un supporto umano, pur non avendo un ruolo psicologico. È una figura che deve fare da scudo, relazionandosi con le istituzioni, con eventuali testimoni e con la stampa. Dal punto di vista mediatico non può esserci la spettacolarizzazione del dolore”.













