Porta Maggiore cambia volto: si è concluso l’intervento che ha portato alla rimozione del vecchio “casottino” e alla realizzazione della nuova struttura, pensata per valorizzare gli scavi archeologici e migliorarne visibilità e accessibilità, in uno dei punti più delicati e simbolici della città, di fronte all’Arco d’Augusto. Un risultato atteso da anni, che restituisce decoro all’ingresso del centro storico e, allo stesso tempo, offre una soluzione più coerente con il contesto monumentale: un’opera contenuta nelle dimensioni, ma strategica per il valore urbano, storico e paesaggistico dell’area, vero “biglietto da visita” per chi entra a Fano. “Siamo riusciti entro l’anno a chiudere un cantiere che Fano aspettava da tanto tempo – dichiara il sindaco Luca Serfilippi –. Parliamo di un intervento già previsto, ma che si trascinava dietro problemi procedurali e passaggi complessi che abbiamo ereditato. Ci siamo messi subito al lavoro per sistemare la parte amministrativa, rivedere alcuni aspetti tecnici del progetto e arrivare finalmente alla chiusura. In un luogo così esposto, alle porte della città, quel manufatto indecoroso non si poteva più vedere: oggi restituiamo ordine, qualità e rispetto per un punto che merita attenzione e cura”.
Il sindaco ha inoltre evidenziato il metodo seguito per arrivare al risultato: “Qui siamo in un contesto dove ogni scelta deve essere compatibile con vincoli molto stringenti. Per questo voglio ringraziare la Soprintendenza, con cui c’è stato uno scambio continuo e diverse interlocuzioni: si sono dimostrati sempre pronti e collaborativi nel rispondere alle esigenze e nel valutare soluzioni corrette. Quando un’area è così tutelata, senza collaborazione istituzionale non si va da nessuna parte”. L’assessore ai Lavori pubblici, Gianluca Ilari, sottolinea la complessità reale dell’opera: “È un lavoro ‘piccolo’ solo se lo misuriamo con il metro. In realtà, qui non si può sbagliare: siamo in uno dei punti più sensibili e rappresentativi della città. Si tratta di un appalto integrato che, al nostro insediamento, non aveva ancora visto completato il progetto esecutivo. Lo abbiamo portato a compimento, condividendolo con i progettisti e con la Soprintendenza, che doveva esprimere pareri e indicazioni su ogni aspetto”.
Ilari entra poi nel merito dei risultati ottenuti: “La nuova struttura è stata realizzata su misura, con lavorazioni artigianali e di precisione. Abbiamo scelto, insieme ai progettisti, di dare anche un effetto scenico notturno: l’illuminazione valorizza la struttura e rende più riconoscibile l’area, mettendo in risalto vetri e serigrafie. È un modo moderno e virtuoso per dare evidenza agli angoli della nostra città e al suo patrimonio. Sono stati inseriti accorgimenti per la ventilazione e per la tutela del manufatto storico, tema particolarmente importante dopo anni in cui l’area ha sofferto condizioni non ottimali”. Il quadro economico complessivo dell’intervento è di 147 mila euro, con un importo lavori di circa 90 mila euro.
A spiegare l’idea progettuale è Claudio Panni, progettista: “C’era una complessità vera in questo progetto, pur essendo contenuto: per usare un termine ‘fanese’, era un lavoro calzato. Il rischio, quando devi rendere visibile un accesso o uno spazio di questo tipo, è quello di creare un volume invadente: un grande ‘box’ oppure un ‘acquario’ addossato a un manufatto storico. Noi abbiamo cercato una soluzione diversa: lasciare il vetro sospeso, in modo che non tocchi né il pavimento né la parete. Questo riduce l’impatto e rispetta la struttura preesistente”. Panni evidenzia anche il livello di dettaglio richiesto: “Per ottenere quel risultato c’è dietro uno studio complesso: la struttura è composta da centinaia di elementi lavorati con grande precisione, tagliati e assemblati con tolleranze minime. Abbiamo previsto una ventilazione naturale, anche per evitare problematiche microclimatiche e garantire il miglior equilibrio possibile in un contesto così delicato. È un intervento che mette insieme rispetto del luogo e qualità contemporanea”. Il Comune ringrazia i professionisti coinvolti, l’impresa esecutrice e gli uffici comunali che hanno seguito tutte le fasi dell’intervento. “Un ringraziamento va alla ditta che ha operato in modo puntuale e all’altezza del contesto, e a tutto l’Ufficio Lavori pubblici che ha accompagnato un lavoro delicato con attenzione costante”, conclude Ilari. “Questa chiusura di cantiere non è solo un traguardo amministrativo – conclude Serfilippi –, ma un segnale: si possono sbloccare le cose, si può intervenire con serietà e rispetto, e si può migliorare la città anche con opere apparentemente piccole, ma altamente simboliche”.











