«Esasperato dalla musica alta, non volevo uccidere»: il racconto di Spingardi al giudice. Oggi l’udienza per la convalida dell’arresto

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«Sono pentito, non volevo che finisse così»: con queste parole Sandro Spingardi, ha parlato al Tribunale di Pesaro, dove si è svolta l’udienza per la convalida dell’arresto. L’uomo, 71enne, è accusato di tentato omicidio e omicidio volontario per l’uccisione della cognata, Griselda Cassia Nunez, 44 anni, freddata con colpi di pistola a Marotta di Mondolfo, durante una festa per la fine della scuola materna. Il dramma si è consumato in Via Sterpettine al civico 31, nel cortile di un casolare, a pochi passi dalla roulotte dove Spingardi abitava da tempo. L’uomo non sopportava più la musica ad alto volume e ha agito d’istinto, impugnando una pistola semiautomatica legalmente detenuta. Il 71enne, è accusato di tentato omicidio e omicidio volontario, aggravati da motivi futili.

Al termine dell’udienza Aldo Rocco Nocito, avvocato di Sandro Spingardi, ha parlato così ai microfoni dei giornalisti presenti: «È stato convalidato l’arresto e, addirittura, il giudice ha disposto la sorveglianza speciale, proprio perché il mio assistito ha tentato il suicidio subito dopo i fatti. La pistola si è però inceppata, quindi non è riuscito a portare a termine il gesto. Per questo ora è sorvegliato a vista in carcere». Cosa è accaduto in aula? «Nulla di particolare. Ha ammesso i fatti, come aveva già fatto in precedenza». Come ha giustificato quel gesto d’impeto? «Ha spiegato che era esasperato dalla musica altissima e che succedeva spesso. Aveva cercato di riposare senza riuscirci. Ha detto chiaramente: “Ho perso la pazienza, ho fatto quello che ho fatto senza ragionare. Pensavo di aver sparato in aria, invece ho colpito delle persone», racconta l’avvocato.

Aldo Rocco Nocito, avvocato di Sandro Spingardi | Foto di occhioallanotizia.it

Conferma che non voleva uccidere? «Sì, lo ha confermato. Lo ha detto subito anche ai carabinieri arrivati sul posto: “Non voglio fare del male a nessuno, non voglio sparare a nessuno”. Questo è il senso delle sue parole». Prossimo passi? Secondo lei, come andrà avanti?  «Parliamo di una persona di 71 anni. Il reato è gravissimo e la legge prevede una pena molto severa. Vedremo nel corso del processo se sarà possibile trovare una soluzione diversa, o se emergeranno nuovi elementi che possano alleggerire la posizione dell’imputato».

Sandro Spingardi accompagnato dalla Polizia Penitenziaria al Tribunale di Pesaro | Foto di Stefano Bargnesi per occhioallanotizia.it

Ha avuto un pensiero per le vittime? «Sì, si è detto profondamente dispiaciuto. Ha dichiarato: “Non volevo fare questo, mi dispiace tantissimo”. Ha aggiunto di aver avuto buoni rapporti con la vittima, anche se non si frequentavano molto». C’erano rancori per la vicinanza o questioni legate alla casa? «No, nessun rancore. Il disagio era legato solo alla musica a volume altissimo fino a tarda sera. È chiaro che una persona possa spazientirsi, ma questo – ovviamente – non giustifica in alcun modo quello che è accaduto»

LA TRAGEDIA AVVENUTA VENERDI’ SERA

Griselda è morta sul colpo. La figlia, Kenia, nel tentativo di difendere la madre, è rimasta ferita al volto. Ora è ricoverata, fuori pericolo, nel reparto di Pediatria dell’ospedale Santa Croce di Fano, insieme alla figlia di cinque anni. Dopo la sparatoria, Spingardi si è barricato in un capanno ha tentato il suicidio ma l’arma si è inceppata. Poi si è arreso ai carabinieri. L’arresto è stato convalidato.

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