PESARO – “La violenza è una catena. Quando un uomo uccide una donna, non è mai un raptus. È il risultato di un sistema. Di una cultura. Un cortocircuito che parte da lontano: da una battuta sessista, da uno stupro non creduto, da un pm che archivia, da un’amica che minimizza, da una famiglia che tace, da uno Stato che non protegge.”
Da “Era mia figlia”, Irene Vella (Solferino Editore, 2025)
In occasione delle manifestazioni per la Giornata Nazionale contro la violenza di genere, un convegno per riflettere sulla cultura del rispetto, sulle sue implicazioni e sui passi da compiere come comunità per renderne possibile la diffusione capillare, specie tra le giovani generazioni. al fine di prevenire ogni atto di violenza che macchia indelebilmente la società.
Era mia figlia – la cultura del rispetto avrà luogo lunedì 1 dicembre alle 17.30 nel Salone Metaurense del Palazzo Ducale di Pesaro, e sarà l’occasione per riflettere, grazie agli interventi di esperti nel campo della psicologia, dell’epistemologia e del giornalismo, sulla violenza di genere ma soprattutto su quanto si può fare concretamente per combatterla, ovvero la costruzione di una società basata su relazioni paritarie e sulla responsabilità collettiva di vedere l’altro come un essere umano nella sua interezza, con le sue qualità, prerogative e specificità, consapevoli che senza rispetto si crea un terreno fertile per l’abuso, la diseguaglianza, la prevaricazione.
Ai saluti istituzionali, di Maria Paola Giorgio Officer Distrettuale Lions 108A per i progetti abuso sui minori e violenza di genere e Wanda Tramezzo, presidente de La donna si racconta in rappresentanza del ricco parterre di associazioni ed enti promotori dell’evento, seguirà la relazione sul tema del Prefetto di Pesaro e Urbino Emanuela Saveria Greco, per poi proseguire con gli interventi di Liuva Capezzani, psicoterapeuta e criminologa “Il volto dell’altro mi vieta l’omicidio” e di Alessandro Ceci, epistemologo, ”La via femminile al potere: il ruolo delle donne nella democrazia della comunicazione”, e di Irena Vella, giornalista e autrice di “Era mia figlia”, opera vincitrice del Premio Anemos per l’impegno contro la violenza di genere. A moderare l’evento, Marcella Tinazzi, già Dirigente Ufficio Scolastico Provinciale. A concludere il pomeriggio, una toccante performance artistica curata da studentesse e studenti del Liceo Artistico Mengaroni coordinati dalla docente Isabella Galeazzi, e le letture tratte da “Era mia figlia” a cura di Eleonora Rubechi Mensitieri.
“La forza di questo evento sta nella forte sinergia tra associazioni ed enti, che ha il plauso dell’amministrazione “commenta Sara Mengucci Assessora alle Pari Opportunità “col nostro agire quotidiano diamo voce a chi non ne ha più, alle donne vittime di violenza, ai loro figli e famiglie, oggetto di vittimizzazione secondaria troppo spesso ignorata. La cultura del rispetto, la sensibilizzazione, l’educazione affettiva nelle scuole, è uno step fondamentale: dobbiamo partire dalle giovani generazioni per promuovere la cultura del rispetto in una società sempre più individualista”.
“Giornate come questa rivestono un’importanza basilare, specialmente alla luce di fatti, come quanto accaduto a me e l’assessore Mengucci, bersaglio sui social di parole offensive, frutto di una mentalità patriarcale che vede la donna come oggetto” ribadisce l’Assessora Camilla Murgia” siamo parte di un percorso che portiamo avanti con determinazione, perché solo insieme potremo vedere un vero cambiamento nella società”.
“Abbiamo lavorato insieme per una giornata che non parli solo di violenza, ma di rispetto, che è alla base di una società nuova, in cui finalmente non dovremo più parlare di abusi, prevaricazione e sofferenza” continua Wanda Tramezzo, coordinatrice del progetto “sono felice della sinergia che si è creata, per noi, per voi, e soprattutto per tutte le donne che non hanno voce”
“Questa iniziativa vuole essere un messaggio d’amore, perché Era mia figlia narra il dolore di chi resta, come si sopravvive a un lutto: una donna che muore uccisa muore due volte, e il vero ergastolo non lo vive l’assassino, ma le famiglie che hanno amato quella donna” sottolinea Paola Giorgio “e quelle famiglie trovano la forza di andare avanti fondando associazioni, parlando, perché la memoria di quanto successo non venga mai meno: una rete che dialoga con le famiglie e aiuta nella prevenzione, dai primi campanelli d’allarme, dietro ogni femminicidio c’è un sistema che ha fallito: una donna che ha paura sta già chiedendo aiuto, e non deve essere ignorata. E parleremo anche degli orfani di femminicidio, un piccolo esercito silenzioso non considerato dalle istituzioni: esistono orfani di mafia, ma non di chi ha perso la madre per un crimine così efferato, e su questo dovremmo riflettere”.
“Un tema non è esclusivamente femminile ma che riguarda tutta l’umanità e che non deve essere affrontato come uno scontro uomini vs donne, ma come un lavoro comune verso un obiettivo condiviso” rammenta Brunella Paolini, direttrice Ente Olivieri “Mi fa piacere essere qui anche per il valore storico che rappresentiamo: riprendiamo vita ad esempi del passato, per costruire una società migliore: in Oliveriana conserviamo i documenti relativi al caso di Virginia, uno dei primi femminicidi cittadini documentati, da cui è nata la Rete Virginia cittadina che opera a sostegno delle donne vittime di violenza: quando la storia diventa attualità, siamo costretti a riflettere più a fondo”.
“Dobbiamo fare massa critica” aggiungono Silvia Moroni, presidente Fidapa Bpe Pesaro e Maria Rita Giorgi, Cif Pesaro “il campanilismo tra associazioni non funziona per la comunità: per questo è importante essere qui, insieme, lavorando per chi non può far sentire la sua voce.
“Mi piace pensare che questo incontro serva a sfatare una “moda” continua Claudia Parmeggiani, Terziario Donna” quella della violenza che spinta dal sensazionalismo mediatico, rischia di diventare uno status quo: noi siamo qui non per raccontare con morbosità i fatti di cronaca, ma per cercare una soluzione: parla di rispetto è il primo passo per scardinare un fenomeno”.
“E siamo liete di aver coinvolto i più giovani, che ci regaleranno una performance pensata appositamente per l’occasione” conclude Patrizia Ammazzolorso, Soroptimist Pesaro “loro rappresentano il futuro e la speranza di una società
L’iniziativa gode del patrocinio della Regione Marche, della Provincia di Pesaro e Urbino e del Comune di Pesaro ed è resa possibile dal contributo di Lions Pesaro Host (presidente Francesco Rossi) in collaborazione con Soroptimist Pesaro (presidente Patrizia Ammazzolorso) Lions Pesaro Della Rovere (pres. Emanuela Rossi) Cif Comunale (pres Maria Rita Giorgi) e Provinciale di Pesaro e Urbino, (pres. Sivana Trebbi) La Donna si racconta (pres. Wanda Tramezzo) Ente Olivieri (dir. Brunella Paolini) Terziario Donna (pres. Claudia Parmeggiani) Associazione 50 & più (pres. Patrizia Caimi) Fidapa BPW Pesaro (pres. Silvia Moroni) e Liceo Artistico Mengaroni (Dirigente scolastico Serena Perugini)
Ingresso libero e gratuito fino esaurimento posti; la cittadinanza è invitata.













