MARCHE – “A cinquant’anni dall’istituzione dei consultori familiari con la Legge 405 del 1975, non possiamo più limitarci a celebrarne la nascita: è tempo di intervenire con determinazione per garantirne la piena funzionalità. I consultori devono tornare a essere luoghi centrali della sanità territoriale, presìdi pubblici dove salute, diritti e autodeterminazione trovino tutela concreta.
I dati sono chiari: la norma prevede un consultorio ogni 20.000 abitanti, ma nella nostra regione – come nel resto del Paese – siamo ben lontani da questo obiettivo. Le strutture attive sono poche, spesso carenti di personale e con servizi ridotti al minimo. Una realtà che penalizza in particolare le donne, i giovani, le famiglie e le persone più fragili, e che riflette la progressiva disattenzione verso la sanità pubblica territoriale.
Come MoVimento 5 Stelle riteniamo urgente un piano regionale straordinario per il rilancio dei consultori pubblici. È necessario prevedere nuove aperture laddove mancano, rafforzare quelle esistenti e garantire il pieno funzionamento delle equipe multidisciplinari previste dalla legge. Occorre investire in assunzioni stabili, formazione continua e condizioni di lavoro dignitose per il personale sanitario e sociosanitario.
Allo stesso tempo, è fondamentale difendere la natura pubblica e universale di questi servizi. I consultori non possono essere lasciati in gestione a soggetti privati o diventare sportelli residuali: devono essere luoghi aperti, gratuiti, accessibili a tutte e tutti, in cui si promuove la prevenzione, l’ascolto e l’accompagnamento nei momenti delicati della vita.
Serve una visione integrata, capace di valorizzare il legame tra sanità, scuola, servizi sociali e territorio. E serve anche innovazione: semplificare l’accesso ai consultori attraverso strumenti digitali, rafforzare la comunicazione, garantire trasparenza sulle prestazioni offerte. Occorre stabilire obiettivi chiari, risorse certe e un sistema di monitoraggio partecipato della rete consultoriale.
È inoltre necessario attuare pienamente la Legge n. 194/78, assicurando l’accesso all’Interruzione Volontaria di Gravidanza (IVG) farmacologica secondo le norme nazionali e le linee d’indirizzo del Ministero della Salute del 2020. La Regione deve garantirne l’applicazione omogenea, il monitoraggio sistematico e la raccolta dei dati, affinché il diritto alla salute sia effettivamente tutelato su tutto il territorio.
Perché garantire la piena operatività dei consultori significa rafforzare la sanità pubblica, sostenere la libertà di scelta e ridurre le disuguaglianze”.
Marta Ruggeri,
Capogruppo MoVimento 5 Stelle
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