Omicidio a Marotta di Mondolfo: il 70enne avrebbe ucciso per ‘futili motivi’ (FOTO)

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MAROTTA – Pochi attimi prima, c’erano solo canti, bambini e una torta pronta. Cinque piccoli di cinque anni erano riuniti per festeggiare il compleanno di una coetanea, in un casolare di campagna in via Sterpettine. Poi l’orrore: un uomo è entrato improvvisamente impugnando una pistola e ha iniziato a sparare. Il bilancio è drammatico: una donna di 44 anni (Griselda Cassia Nunez), la nonna della bambina, è stata uccisa da un colpo alla testa. La madre della piccola, 28 anni, è rimasta ferita al volto e all’addome. È stata portata d’urgenza all’ospedale di Torrette, dove si trova in gravi condizioni. L’autore della sparatoria è Sandrino Spingardi, 71 anni, vicino di casa e cognato della vittima. L’uomo si è chiuso in una stanza del casolare, armato, e solo dopo ore di trattativa con i carabinieri ha accettato di arrendersi. Secondo quanto emerso, Spingardi – separato, con un carattere chiuso e problematico – da tempo viveva in una roulotte nei pressi dell’abitazione. Pare ci sia stato un litigio con i presenti poco prima che iniziasse a sparare. All’interno della casa, il panico: urla, confusione, sangue. I cinque bambini sono stati messi in salvo grazie alla prontezza di una delle madri invitate, che li ha portati via e messi al sicuro in una casa vicina. Anche la madre della festeggiata è riuscita a fuggire, nonostante le ferite. Quando i carabinieri sono entrati nell’abitazione, intorno alle 22, hanno trovato il corpo senza vita della nonna, Griselda Nuno Gomes, colpita da un proiettile alla testa. Un compleanno si è trasformato in una tragedia inspiegabile, lasciando una famiglia distrutta e una comunità sotto shock.

Carabinieri, omicidio a Marotta di Mondfolfo – Foto occhioallanotizia.it

AGGIORNAMENTO ORE 12:37 \ Secondo una prima ricostruzione dei fatti, Spingardi, che vive in un ‘capanno’ situato vicino alla casa di campagna teatro della sparatoria, avrebbe avuto un acceso diverbio con alcuni partecipanti alla festa. Infastidito dai rumori o forse da altri elementi riconducibili a passate tensioni familiari, il 70enne sarebbe tornato nel suo alloggio, avrebbe preso una pistola legalmente detenuta e sarebbe rientrato nella casa aprendo il fuoco. Dunque, il fatto sarebbe stato causato da futili motivi.

LA SCENA DEL CRIMINE \ Il nastro dei Carabinieri delimita l’area e impedisce l’accesso al civico 31. I militari hanno posto i sigilli alle finestre e alla porta d’ingresso. Sul retro della casa, il tavolo è ancora apparecchiato a festa: bicchieri, piatti e bottiglie testimoniano la serata interrotta dalla tragedia. Proprio lì si è consumato il drammatico fatto di cronaca. È stato posto sotto sequestro anche il capanno dove viveva il 70enne arrestato. Davanti all’abitazione, una Fiat Punto macchiata di sangue: secondo le prime ricostruzioni, la madre della giovane ferita — colpita da due proiettili — si sarebbe appoggiata alla vettura. «Non volevo che morissero, non volevo uccidere», lo avrebbe detto Sandrino Spingardi durante l’interrogatorio in Caserma.

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