FANO – “Che la Fano Urbino sia, per legge, una ferrovia turistica è una grande bugia; infatti, per essere tale, bisognerebbe rispettare una condizione inderogabile: avere centinaia di milioni (che non esistono) per il ripristino, la gestione, la manutenzione e la sicurezza della linea; stare nell’elenco di una legge, la 128/2017, non basta!
Che il ripristino dell’ex ferrovia non sia possibile è confermato da vari fattori:
– non è stato revocato il DM 430 del 2011 che ha chiuso definitivamente la linea;
– RFI, che la voleva chiudere già nel 1961, non l’ha reinserita nella sua rete ferroviaria marchigiana;
– la ferrovia non sarebbe a carico di RFI ma di un altro soggetto che non si è mai fatto avanti;
– la Regione Marche, competente per il turismo, non ha mai stanziato i fondi necessari;
– il Piano regionale delle infrastrutture “Marche 2032” non prevede il riutilizzo del tracciato;
– nessun intervento della Fondazione FS che si occupa di ferrovie dismesse per il loro riutilizzo a scopo turistico;
– nessuna proposta credibile di associazioni economiche o culturali;
– nessun risultato da ricorsi, petizioni, campagne di stampa e dal sostegno (spesso solo formale) di partiti politici, parlamentari, sindaci, assessori, ecc
– con molta probabilità, viene confermato dallo studi di fattibilità che la linea non può essere ripristinata, come invece speravano coloro che lo hanno voluto e pagato;
– il fatto che questo studio sia tenuto nascosto da quattro anni conferma che la pubblicazione dei suoi risultati farebbero crollare le bugie diffuse in particolare da chi ha ottenuto il consenso elettorale di tante persone in buona fede.
Ma questa è solo la prima parte della grossa bugia. La seconda parte nella prossima puntata”.
Comitato Ciclovia del Metauro
Nell’immagine, la ferrovia abbandonata utilizzata come percorso pedonale