La CNA lancia un forte allarme sulla misura contenuta nel disegno di legge di Bilancio 2026 che, se approvata nella sua forma attuale, potrebbe mettere in seria difficoltà la liquidità di migliaia di piccole imprese. La norma estenderebbe infatti a tutti i soggetti – e non più solo a banche e intermediari finanziari – il divieto di compensare i crediti d’imposta con i debiti previdenziali e contributivi.
Dal 1° luglio 2026 la compensazione sarà consentita esclusivamente per i crediti emergenti dalle dichiarazioni annuali, escludendo dunque quelli derivanti dai bonus edilizi e da altri incentivi. Una scelta che, secondo la CNA, genererà gravi tensioni finanziarie per le aziende del comparto casa, dall’edilizia all’impiantistica, che oggi utilizzano i crediti fiscali per saldare i propri debiti contributivi dopo aver applicato lo sconto in fattura ai clienti.
La riduzione della possibilità di compensazione rischia di rendere inutilizzabili, in tutto o in parte, le rate dei crediti d’imposta legate ai bonus edilizi, provocando perdite e danni economici significativi per le imprese.
L’associazione sottolinea inoltre come l’articolo 26, se non modificato, indebolirebbe strumenti fondamentali di sostegno agli investimenti, tra cui i crediti d’imposta per Industria 4.0, Transizione 5.0, ricerca e sviluppo e il Tax credit per il cinema.
“Si tratta di una norma che rischia di compromettere la pianificazione finanziaria di migliaia di imprese – avverte la CNA – con il pericolo di omissioni nei versamenti contributivi, sanzioni e una drastica riduzione della liquidità disponibile”.
CNA e le altre organizzazioni dell’artigianato chiedono pertanto un intervento correttivo in sede di approvazione della legge, per mantenere l’attuale disciplina e tutelare la stabilità economica delle imprese.















