Centrodestra Pesaro: “Biancani è il sindaco delle tasse. Il bilancio 2026 completa la stangata iniziata nel 2025. Pesaresi trattati come bancomat”

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PESARO – “Dopo appena due bilanci, il giudizio è chiaro: Biancani è il sindaco delle tasse, il sindaco esattore. Un sindaco che non governa con una visione, ma che fa solo cassa, aumentando sistematicamente tutto ciò che può: imposte, tariffe e canoni, scaricando sui cittadini il peso delle divisioni di maggioranza e dell’assenza di una strategia amministrativa”. I consiglieri comunali Serena Boresta, Cristina Canciani, Giovanni Corsini, Daniele Malandrino, Michele Redaelli (Fratelli d’Italia), Dario Andreolli (Lega), Marco Lanzi, Giulia Marchionni (Pesaro Svolta)Antonio Bartolomei, Giovanni Dallasta, Mauro Marinucci (Forza Italia) esprimono una posizione netta contro il bilancio di previsione 2026 del Comune di Pesaro, un documento che certifica definitivamente la volontà politica dell’amministrazione guidata da Andrea Biancani. “È fondamentale chiarirlo: gli aumenti del 2026 non arrivano nel vuoto, ma si sommano a quelli già decisi nel 2025. Siamo di fronte a una continuità politica precisa, a una spirale di rincari che anno dopo anno rende sempre più caro vivere, lavorare e investire a Pesaro. Non un intervento isolato, ma una scelta strutturale: aumentare tutto, colpendo tutti. Il bilancio 2026 presenta un elenco impressionante di rincari:

  • +17% sulla tassa di occupazione del suolo pubblico per commercianti e ambulanti
  • +17% sul canone pubblicitario e +17% sulle pubbliche affissioni a danni del commercio
  • Impianti sportivi colpiti duramente: aumenti minimi del +21,6%, con casi che arrivano al +50%, +100% e fino al +127%, per un maggior gettito di 73.000 euro nel 2026 e 150.000 euro dal 2027,
  • Casa Aura +3%,
  • aumenti sulle pratiche dello sportello SUE,
  • nuove tariffe per i certificati di cittadinanza italiana, da 0 a 300 euro a pratica,
  • nuove tariffe per le sale comunali per matrimoni, con costi differenziati e una penalizzazione evidente per i non residenti.

Sottolineamo che il tutto si inserisce in un quadro già stressato dagli aumenti 2025:
l’IRPEF comunale, con aliquota unica allo 0,8% per tutti gli scaglioni, una scelta profondamente iniqua, che colpisce allo stesso modo redditi bassi e medio-alti e produce oltre 2,5 milioni di euro di maggior gettito; l’aumento dell’IMU, per circa 230.000 euro in più; l’incremento della tassa di soggiorno per B&B, agriturismi e campeggi;
la stangata TARI per le seconde case, incremento dei parcheggi blu Questa valanga di aumenti ha un solo obiettivo: fare cassa. Non per avviare un grande progetto di sviluppo, non per migliorare strutturalmente i servizi, non per dare una prospettiva alla città, ma per distribuire micromance, piccoli interventi spot, provvedimenti frammentati e spesso iniqui, che non producono benefici reali e duraturi per Pesaro. È il segno di un’amministrazione priva di iniziativa e di visione, che preferisce spremere cittadini e imprese piuttosto che riorganizzare la macchina comunale, tagliare sprechi, attrarre risorse esterne o fare scelte politiche coraggiose”. “Questo bilancio è anche lo specchio di una maggioranza nel caos: una giunta a mezzo servizio, con Movimento 5 Stelle e Verdi dilaniati al loro interno, un Partito Democratico impegnato a cercare nuovi assessori più che a governare, e una lista civica del sindaco in attesa dell’assessorato promesso. Le divisioni politiche della maggioranza si ripercuotono direttamente sulla città, trasformandosi in aumenti, rincari e nuove tasse. Basta a una città usata come bancomat dove si scarica sui cittadini la propria incapacità politica. Pesaro non ha bisogno di un esattore. Con il bilancio 2026, Andrea Biancani ha scelto invece di passare alla storia come il sindaco delle tasse”.

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