APECCHIO – “Negli ultimi anni -spiega Massimo Cardellini, operatore turistico del territorio e Consigliere Comunale di Apecchio con delega al Turismo, Alogastronomia e Accoglienza Turistica, già Assessore al Turismo Unione Montana Catria e Nerone – il turismo ha subito un notevole cambiamento che, nonostante alcuni numeri positivi in termini di presenze, evidenzia un indebolimento strutturale e strategico del settore. E se non fosse una crisi ma un’opportunità? Dobbiamo lavorare per adattarci a questo nuovo modo di fare turismo, che richiede un’organizzazione diversa e più flessibile. Dobbiamo creare benessere per tutto l’arco dell’anno. Diverse criticità si sono manifestate, soprattutto per quanto riguarda la coerenza delle strategie, la sostenibilità ambientale e l’impatto sulle comunità locali. Durante l’estate i turisti ci sono stati ma non come negli anni passati, la stagione è iniziata tardi e sono mancati molti stranieri ma anche molti italiani. Una situazione che ha spinto molti a ridurre o rinunciare alle vacanze. Ma il problema è un altro: non abbiamo un progetto culturale, ed è questo il tema principale. Le Alte Marche possono benissimo completarsi con la costa, l’integrazione tra più tipi di turismo è la chiave per poter crescere. Fino a due anni fa abbiamo lavorato molto, abbiamo beneficiato dei vecchi investimenti, delle vecchie strategie”.
GOVERNANCE DEL TURISMO “Credo -continua Cardellini- che la Regione debba investire in tre Destination Management Organization: Marche del Sud, Le Marche del Centro e Le Alte Marche. Queste tre DMO devono essere le portavoci del territorio che le compongono e devono dialogare con Marche Tourism, grande incubatore fermo da molto tempo ma sempre valido. Ai tempi venne fatto un buonissimo lavoro, va riconosciuto, e per molti anni abbiamo beneficiato di questa operazione. E’ impensabile che un piccolo comune si promuova da solo, alle fiere e negli eventi di settore ci deve andare la DMO insieme alla Regione. Con l’Unione Montana del Catria e del Nerone, grazie ai fondi SNAI, siamo riusciti a creare un vero brand, le Alte Marche, che attualmente raggruppa 9 comuni. Una grandissima operazione di marketing territoriale, invidiata da tanti, che ha creato le basi per tanti progetti replicabili. Ho sempre sostenuto che Alte Marche doveva essere a disposizione per tutti gli altri comuni con la possibilità e la speranza di allargare l’area fino a toccare i comuni confinanti verso nord (Carpegna,Borgo Pace, Mercatello sul Metauro e gli altri). Un’area vastissima con diverse culture, diversa storia ma con grande potenzialità di sviluppo dove all’interno si trovano realtà con grande appeal come Urbino e Frasassi. A mio modo di vedere ci dovranno essere 3 sedi (Cagli, Sassoferrato e Urbino) e tutti gli uffici e punti IAT in rete”.
TURISMO E AREE INTERNE “Per rilanciare il settore, sarà necessario investire sull’osservatorio del turismo per avere i dati, ricostruire una governance partecipata, riequilibrare i flussi turistici tra costa e aree interne, investire su formazione, innovazione e qualità ambientale, e puntare su una pianificazione pluriennale. Va completamente rifatta una strategia. Sono mancati gli strumenti di ascolto e co-progettazione territoriale, con il risultato che molte iniziative sono state calate dall’alto e percepite come estranee o inutili da parte degli operatori e dei cittadini. Sarà sempre fondamentale il ruolo di una governance partecipata tra pubblico e privato”.













