FANO – “Se dovessimo trovare un elemento di continuità tra vecchia e nuova giunta, ci sembra che il leitmotiv possa essere l’esigenza di creare un polo logistico a Fano. Certamente ci varrebbe un record: saremmo probabilmente la prima città balneare (non portuale) a disporre di un polo logistico a due passi dal mare! Decisamente una bella prospettiva.
Ribadiamo: per noi le responsabilità di Seri sono enormi e più gravi di quelle di Serfilippi. Se non avesse lasciato questa cellula tumorale dentro il piano regolatore, oggi non ci troveremmo in questa situazione. Ma non pensi di avere alcun merito un sindaco che anziché curare un carcinoma lo avrà spostato da un organo all’altro. L’ex zuccherificio è un luogo altamente non idoneo per una struttura di quel tipo. Ugualmente non idonea è Chiaruccia.
Questo ping pong tra Chiaruccia e l’ex-zuccherificio è in realtà una sorta di roulette russa che si sta giocando sulla pelle dei cittadini, approfittando delle inevitabili preoccupazioni che attraversano i due comitati. Fano, città di turismo e di arte, non è il luogo idoneo a un grande impianto di logistica, soprattutto al di fuori della sua area industriale. Si tratta di una scelta che non genererebbe occupazione, ma semmai impoverirebbe altri settori. Che per gli interessi di pochi imprenditori siano sacrificati quelli della città e dei suoi cittadini è una cosa che come Bene Comune non possiamo accettare. Chiediamo al sindaco Serfilippi e alla sua giunta di avere il coraggio di fare l’unica scelta possibile per il bene di Fano e dei fanesi di oggi e di domani: manifestare una chiara indisponibilità a realizzare un polo logistico all’ex zuccherificio e a Chiaruccia. La reintroduzione del divieto di industria insalubre nell’area dell’ex zuccherificio non lede infatti gli interessi dei proprietari dell’area che acquistarono il terreno quando quei divieti erano in vigore. Quindi il vantaggio di cui ora godono non ha influenzato la compravendita. È stato un dono successivo, non richiesto, della giunta Seri. Ripristinare la situazione precedente non necessita di alcuna contropartita. Ma ci appelliamo anche agli imprenditori coinvolti: quale beneficio pensate di ottenere nel legare il vostro nome a quello che rischia di diventare il più grande scempio che la città abbia mai conosciuto? Credete veramente che un guadagno del tutto aleatorio dati i cambiamenti che attraverseranno la logistica nei prossimi dieci-venti anni, valga la cattiva fama che accompagnerà per sempre i vostri nomi quando le future generazioni vedranno il vostro lascito? Serve una visione strategica della città e del suo sviluppo: crediamo che l’imprenditoria sia una parte fondamentale nel costruire questa visione, ma è necessario anche un suo senso di responsabilità”.
Bene Comune











