MARCHE – Un filo rosso lega la memoria dei nostri borghi all’urgenza dei giovani di oggi, la musica di chi fatica a trovare un palco e l’ironia disarmante di Giobbe Covatta: la convinzione che la cultura non sia un lusso, ma una necessità. È questo il messaggio emerso con forza nella conferenza stampa tenutasi a Pesaro, dove i candidati consiglieri regionali per le Marche di
Alleanza Verdi e Sinistra – Gianluca Carrabs, Arianna Denti e Sabrina Santelli – hanno presentato la proposta di legge “Norme per la promozione e il sostegno dello spettacolo dal vivo e della cultura nella Regione Marche”.
Accanto a loro, voci diverse unite da una stessa passione: Massimiliano Casoli, musicista e co-portavoce di Europa Verde Pesaro e Urbino, Giobbe Covatta, artista e intellettuale da sempre schierato sul fronte ecologista, e Alessio Pascucci, presidente di “Città UNESCO” e coordinatore nazionale di Italia in Comune.
La legge presentata nasce dall’articolo 9 della Costituzione: promuovere le arti come infrastruttura civile e sociale. Spettacolo dal vivo, musica, teatro, danza, arti digitali: strumenti di coesione, inclusione e sviluppo economico. Carrabs lo ha detto chiaramente: «I giovani marchigiani oggi sono assoggettati a regole di mercato che premiano pochi e lasciano indietro molti. Con questa legge vogliamo invertire la rotta: voucher culturali, defiscalizzazioni, sostegno ai locali che fanno musica dal vivo. Perché cultura non significa solo bellezza, ma anche lavoro ed economia».
Con il suo consueto tono tagliente, Giobbe Covatta si è fatto portavoce dell’iniziativa, ricordando come il suo impegno con i Verdi sia un atto di coerenza con uno stile di vita che mette al centro sostenibilità e giustizia sociale. Il suo endorsement a Carrabs è stato anche un monito: «Una legge come questa è un investimento sul futuro di tutti».
Sabrina Santelli ha sottolineato l’urgenza di riportare la cultura nelle aree interne: «È proprio lì che si misura il grado di civiltà di una comunità. Una regione che investe sulla cultura custodisce la propria memoria e costruisce, al contempo, futuro».
Un concetto ribadito da Arianna Denti, che ha portato l’esempio di Gradara: «Non è vero che con la cultura non si mangia: Gradara, grazie agli investimenti culturali, è diventata la 17esima meta turistica in Italia e il primo museo delle Marche per visitatori».
A ricordare il valore concreto dell’arte come professione è stato Max Casoli: «Da musicista conosco le difficoltà di coloro che tengono in piedi un locale e quali sacrifici servano per far vivere la musica. Più arte e più cultura significano anche più posti di lavoro. Questa legge serve a ridare ossigeno a un settore che vede i suoi protagonisti in affanno».
Sulla stessa linea, Alessio Pascucci ha aggiunto una prospettiva nazionale: «Il valore della cultura non si misura solo col PIL, ma col benessere che porta. Eppure anche sul piano economico i numeri sono chiari: in Italia i grandi eventi hanno bisogno di tecnici, organizzatori, figure professionali che oggi mancano. Ecco perché la cultura non è una spesa, ma un investimento per i giovani e per l’occupazione».
La proposta prevede contributi strutturali e tecnologici ai luoghi di spettacolo, voucher per i giovani dai 14 ai 25 anni, incentivi fiscali per i locali che ospitano musica dal vivo, un fondo minimo regionale, progetti di residenza artistica e semplificazione burocratica. Un articolato
complesso che guarda lontano: dalla formazione specialistica alle residenze artistiche, dalla rigenerazione urbana nelle aree marginali all’integrazione con turismo e sviluppo locale.
Una legge che non si limita pertanto a sostenere il settore, bensì si propone come manifesto politico: rimettere la cultura al centro della vita pubblica in qualità di fondamento per comunità più giuste, inclusive e prospere.
«La cultura – è stato ricordato – non solo arricchisce le menti, ma genera economia. E senza cultura, nessuna società può dirsi davvero libera».