Arte e solidarietà per San Crescentino: illustratori all’opera per la Caritas diocesana

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URBINO – URBANIA – SANT’ANGELO IN VADO – “In occasione della prossima festa di San Crescentino, che si celebra ogni anno il 1° giugno, la Caritas Diocesana di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado lancia un’iniziativa originale e dal forte valore simbolico: un incontro tra arte, solidarietà e fede.

L’idea è quella di coinvolgere artisti locali e nazionali che operano nel mondo del fumetto e dell’illustrazione, chiedendo loro di raffigurare San Crescentino, patrono della Diocesi, secondo la propria sensibilità, il proprio stile e la propria tecnica. ​
Le opere realizzate saranno poi messe all’asta in un evento di beneficenza, il cui ricavato sarà interamente destinato alla Caritas Diocesana, per sostenere le sue attività a favore dei più fragili.​
Ma non si tratta solo di raccogliere fondi. Lo scopo profondo dell’iniziativa è promuovere una cultura della solidarietà che metta al centro lo sviluppo integrale della persona.
Gli interventi sostenuti con il ricavato non si limiteranno dunque all’acquisto di beni di prima necessità — cibo, vestiti o interventi riguardanti l’emergenza abitativa — ma abbracceranno un’azione più ampia, che va dalla formazione culturale all’apprendimento linguistico, dall’inserimento lavorativo all’integrazione sociale.
Non vogliamo fare solo assistenza ma aiutare chi desidera rimettersi in piedi. Offrire un’opzione di sviluppo a chi è partito svantaggiato. E accompagnare nel cammino di crescita e dignità le persone che incontriamo ogni giorno nei nostri centri.
L’iniziativa sarà anche un’occasione per valorizzare la creatività e il talento di tanti disegnatori che, attraverso il linguaggio universale delle immagini, potranno interpretare in modo nuovo e personale la figura di San Crescentino, un santo che — con il suo coraggio e la sua fede — continua a parlare all’uomo di oggi.
Parallelamente, la Caritas intende coinvolgere e formare quanti operano a contatto con le fragilità — volontari, operatori sociali, forze dell’ordine, sacerdoti — per costruire insieme una comunità più giusta e accogliente.
Un segno concreto, dunque, di come la bellezza possa farsi strumento di carità, e l’arte diventare linguaggio di comunione e speranza”.

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