Dopo Matteo Ricci, oggi è stato il turno di Franco Arceci, ascoltato nell’inchiesta Affidopoli. Arrivato poco prima delle dieci alla Guardia di Finanza, si è detto sereno e pronto a collaborare con la magistratura. Arceci ha presentato dichiarazioni spontanee chiarendo le attività svolte nell’ambito degli incarichi ricevuti. L’interrogatorio è durato sette ore, durante le quali sono stati affrontati tutti i temi al centro dell’indagine. «Ho chiarito ogni punto e collaborato pienamente – ha dichiarato l’ex capo di gabinetto – Sono fiducioso che emergerà la verità e che le indagini possano concludersi al più presto». Secondo la procura, Arceci avrebbe fatto da tramite tra Massimiliano Santini e Stefano Esposto, favorendo un presunto sistema di affidamenti diretti a beneficio delle associazioni Opera Maestra e Stella Polare. Gli inquirenti analizzano cinque determine di spesa. In documenti e mail, Arceci sarebbe stato indicato come riferimento per l’esecuzione dei progetti. Tra le ipotesi di reato corruzione e turbativa d’asta.
«Ha reso dichiarazioni spontanee fin dall’inizio – hanno precisato i due legali – illustrando nel dettaglio le attività svolte nell’ambito dei mandati ricevuti. Le domande sono state numerose, come dimostra il tempo trascorso all’interno. Sono stati affrontati tutti i temi e il dottor Arceci ha risposto senza sottrarsi. È la persona più indicata per chiarire con precisione il funzionamento di una macchina complessa come il Comune di Pesaro. Confidiamo che questo contributo possa essere utile alla Procura». Rinviato invece l’interrogatorio di Silvano Straccini, ex direttore della Fondazione Pescheria. Intanto, sul fronte politico, Giuseppe Conte conferma il sostegno del Movimento 5 Stelle alla candidatura di Matteo Ricci, chiedendo però l’introduzione di un protocollo di legalità.