Vandali all’Orto della solidarietà, distrutti attrezzi e raccolti

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SENIGALLIA – Atti di vandalismo durante il fine settimana in una struttura dell’Orto della solidarietà, in strada delle Saline. Sabato notte o domenica qualcuno è entrato illecitamente nei campi della cooperativa sociale Undicesimora, rompendo attrezzi agricoli e accanendosi sulle coltivazioni. Lunedì mattina presto i due responsabili dell’orto hanno trovato un caos per terra, cassette, vanghe, zappe, porte rotte, zucche in giro e ortaggi divelti. Il rammarico di Riccardo e Alessandro si è diffuso poi ai numerosi lavoratori che sono inseriti socialmente presso l’Orto della solidarietà, che nasce proprio per dare una risposta sociale attraverso il lavoro alle persone più fragili ed emarginate della società. Non è la prima volta che i vandali prendono di mira le attività di Undicesimaora, era già accaduto che venissero danneggiate le serre e alcune strutture di riparo per gli attrezzi. L’amarezza è ogni volta maggiore, perché amplificata negli occhi degli inserimenti lavorativi, persone dall’equilibrio già delicato che vivono affronti del genere con sentimenti negativi e hanno difficoltà a capire perché il loro impegno agricolo viene distrutto senza motivo.

“Cerchiamo sempre di guardare avanti” dice Giovanni Bomprezzi, direttore di Fondazione Caritas Senigallia, da cui nasce la cooperativa Undicesimaora “ma siamo davvero dispiaciuti di queste azioni vandaliche contro di noi. È assurdo dover sprecare risorse economiche per le riparazioni quando potremmo usare queste cifre per finanziare i nostri progetti. Facciamo sempre molta fatica a portare avanti le nostre attività, ad affrontare le spese in aumento, ad avere cura e aiutare nel modo migliore le persone, soprattutto quelle più vulnerabili, che con noi possono fare un percorso per riconquistare la propria dignità. Azioni come queste ci affossano, sono costi inutili che inevitabilmente ci demoralizzano. La trovo una cattiveria senza senso e mi auguro che chi l’ha compiuta non conosca la nostra realtà e i nostri obiettivi sociali, altrimenti si tratta di un gesto ancora più disarmante”.

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