Carrabs (AVS): «Ad Urbania disabili dimenticati, così la Regione ha tradito i più fragili»

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«Urbania. Una vicenda, piccola solo in apparenza – di certo minimizzata – racconta il grande fallimento della sanità marchigiana. Un disabile titolare della Legge 104 e del riconoscimento di gravità, ha visto sparire un diritto elementare: la propria fornitura dei pannoloni. Non per scelta politica esplicita, non per un taglio dichiarato bensì per cattiva gestione, assenza di comunicazione, per il silenzio degli uffici». Così Gianluca Carrabs, candidato consigliere Marche con AVS, apre il racconto di una famiglia costretta – per dieci lunghi anni – a pagare di tasca propria centinaia di euro al mese per un bene essenziale che le spettava di diritto. E l’ha fatto perché nessuno le ha spiegato che serviva un rinnovo annuale, nessuno l’ha avvisata, nessuno ha preso in carico davvero quel bisogno. 

«È inaccettabile – dichiara Carrabs – che siano proprio i più fragili le vittime di un sistema sanitario incapace persino di comunicare, maldestro nell’informare, inabile ad accompagnare. È uno scandalo che non si possa accedere a un diritto fondamentale solo perché nessuno ti dice come ottenerlo. Questo non è un problema di risorse, è una questione di responsabilità e di dignità». 

«La storia di Urbania è invero emblematica – prosegue – nel medesimo territorio, gli anziani ricevono ancora – e giustamente – i pannoloni di cui hanno diritto, mentre a un disabile sono stati negati per anni. È un paradosso che non solo offende il principio di equità, ma rivela il carattere arbitrario di un sistema fratturato, inadatto, inefficiente. Di una comunità che in tal modo, scivolando verso l’ingiustizia, diviene poco più di un insieme di individui lasciati a se stessi». 

«Non possiamo dimenticarci dei più deboli – continua Carrabs – io stesso sono padre di una figlia disabile e so bene quanto pesi sentirsi soli, invisibili, caricati di costi e di ansie che dovrebbero essere condivisi dalla collettività. La disabilità non è e non dovrebbe essere un fastidio burocratico o una voce di bilancio da tagliare: è una condizione che chiede risposte universali e certe. E invece oggi nelle Marche il peso è scaricato interamente sulle famiglie». 

«Ciò che emerge chiaramente – prosegue – è il fallimento di un modello: un welfare che invece di proteggere si ritrae, che invece di farsi carico delega, che invece di garantire diritti impone sacrifici insostenibili. Non ci sono scuse: quando una famiglia deve spendere soldi che non avrebbe mai dovuto spendere, quando un disabile viene privato di un ausilio essenziale solo perché nessuno lo ha informato, non siamo davanti a una dimenticanza, siamo di fronte a un tradimento». 

«Questa vicenda – sottolinea poi Carrabs – deve indignare tutti. Non è solo il dolore di una famiglia, è il sintomo di una malattia che riguarda l’intera Regione Marche. La sanità pubblica in questo territorio ha perso la sua missione producendo disuguaglianza e

abbandono. Io denuncio questo scandalo e chiedo con forza che si ricostruisca un sistema che non lasci indietro nessuno. Il silenzio è, sempre e comunque, complicità». 

Urbania è il nome che oggi si porta addosso questa storia. Domani potrebbe essere Pesaro, Urbino, Cagli, Pergola, Fano, qualunque altro comune delle Marche. Perché quando la sanità pubblica arretra, a pagare è l’intera comunità. È un debito che grava su tutti. 

«E allora la denuncia non basta se non diventa anche proposta. Occorre che la Regione Marche ripristini immediatamente i fondi dedicati alla disabilità e che vengano garantiti i servizi essenziali senza interruzioni né cavilli burocratici – incalza Carrabs – serve rafforzare le strutture territoriali come UMEE e UMEA, capaci di prendersi davvero carico delle persone e delle famiglie, evitando che si trasformino in sportelli muti e inutili. È necessario riconoscere i caregiver familiari come parte integrante del sistema sanitario e sociale, non come supplenti invisibili di uno Stato assente. E soprattutto serve trasparenza, chiarezza, comunicazione: nessuna famiglia deve più trovarsi a pagare per anni ciò che le spetta, solo perché nessuno si è assunto la responsabilità di informarla». 

«Non è un favore che chiediamo – conclude Carrabs – è un diritto che deve essere garantito. La disabilità non è una colpa da espiare a proprie spese, è una condizione che chiama tutta la comunità alla responsabilità. Le Marche devono tornare ad essere terra di solidarietà e io mi batterò perché questo cambiamento diventi realtà».

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