Nel suo recente intervento a mezzo stampa, il Circolo di Fano di Fratelli d’Italia ha tentato di confondere le acque, mescolando dati e valutazioni politiche in un minestrone comunicativo con un unico scopo: distogliere l’attenzione dal fallimento della politica sanitaria regionale targata Acquaroli.
Ma i numeri, si sa, sono testardi.
L’indice di performance della sanità regionale è crollato a 0,36, relegando le Marche al sedicesimo posto nazionale e all’ultimo tra le regioni del Centro-Nord. Solo cinque anni fa eravamo al sesto posto: un arretramento impressionante che non può essere ignorato.
Secondo l’ultima rilevazione ISTAT oltre il 10% dei marchigiani ha rinunciato a prestazioni sanitarie specialistiche a causa di costi e disagi. Le Marche si collocano al terzultimo posto in Italia: un dato che racconta, meglio di ogni polemica, la crescente difficoltà di accesso alle cure.
Le Marche hanno i secondi peggiori tempi di attesa in Italia per la chirurgia oncologica. Non c’è bisogno di aggiungere altro: basta questo dato per capire la gravità della situazione.
La nostra Regione detiene il triste primato nazionale per borse di studio non assegnate a giovani medici, semplicemente perché mancano i candidati. Un segnale inequivocabile della scarsa attrattività del sistema sanitario marchigiano.
La Giunta Acquaroli ha scelto di promettere ospedali con pronto soccorso ovunque, moltiplicando i Dipartimenti di urgenza senza guardare all’appropriatezza delle prestazioni né alla sicurezza dei cittadini. Il risultato è una rete ospedaliera fragile e disorganica. Il Santa Croce di Fano ne è l’esempio lampante: un ospedale che continua a vivere tra incertezze e promesse mancate.
E sui 13 presidi che la destra accusa di essere stati “chiusi” dalla precedente giunta, va ricordato che sono stati riconvertiti non abbandonati. In questi cinque anni, però, la Giunta Acquaroli non li ha certo ripristinati.
Si moltiplicano poi gli annunci sulle Case della Comunità, previste dal PNRR e fondamentali per potenziare la sanità territoriale con personale qualificato e motivato, ma ad oggi non ne esiste una realmente attiva nelle Marche. Contemporaneamente nom sono stati nemmeno ampliati i posti letto nelle residenze protette per gli anziani non autosufficienti o affetti da demenze e Alzheimer, né è stata potenziata l’assistenza domiciliare per rispondere ai bisogni della cronicità.
Se davvero Fratelli d’Italia crede in una sanità pubblica forte, perché in questi anni di piena assonanza con il Governo nazionale non ha spinto per portare la spesa sanitaria italiana almeno verso la media europea? Oggi siamo fermi al 6,3% del PIL, lontani dagli standard degli altri Paesi UE.
Noi del Partito Democratico diciamo con chiarezza che serve un cambio di rotta. È quello che chiede con forza il nostro candidato a Presidente della Regione, Matteo Ricci, puntando ad aumentare la spesa sanitaria pubblica fino al 7% del PIL e a rendere di nuovo le Marche attrattive sia per medici e infermieri, sia per le prestazioni d’eccellenza e quelle diagnostiche che oggi spingono troppi cittadini a curarsi fuori regione.
Le Marche meritano e necessitano di una sanità pubblica solida, accessibile e vicina alle persone, capace di garantire qualità e dignità delle cure.