Successo di pubblico per l’iniziativa del Sistema Museale e di Centrale Fotografia

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FANO – Il Sistema Museale del Comune di Fano, in collaborazione con l’associazione culturale Centrale Fotografia, ha partecipato alla Giornata Internazionale della Fotografia, evento celebrato in contemporanea in varie parti del mondo. La manifestazione ha registrato una notevole partecipazione di appassionati di fotografia, arte e storia, confermando l’interesse crescente della città per le iniziative culturali legate all’immagine e al patrimonio locale.

La giornata si è aperta alla Fontana della Fortuna, dove il fotografo Luciano Serafini ha realizzato una suggestiva foto di gruppo, simbolico omaggio al linguaggio fotografico. Da lì ha preso avvio una passeggiata culturale attraverso alcuni luoghi significativi: la galleria a cielo aperto CentraEdicola di piazza Amiani, adiacente allo storico Caffè Centrale – sede di Centrale Fotografia dal 2009 – e lo Spazio RIN, che custodisce una preziosa collezione vintage di macchine fotografiche italiane di Paolo Talevi. A guidare il percorso, Paolo Braconi e Marcello Sparaventi, coordinatore dell’iniziativa. «Questa giornata – ha commentato Marcello Sparaventi – dimostra come la fotografia sappia unire persone di generazioni diverse, creando un dialogo vivo tra passato, presente e futuro. È stato emozionante vedere la città trasformarsi in un museo diffuso a cielo aperto».

Grande interesse ha suscitato anche l’apertura straordinaria e gratuita del Museo del Palazzo Malatestiano, dove il pubblico ha potuto ammirare le opere di Mario Giacomelli, Olivo Barbieri, Marilisa Cosello, Fabrizio Bellomo, Fabio Sandri, Davide Tranchina e Paola De Pietri, acquisite nel 2023 attraverso un bando del Ministero della Cultura. «È fondamentale valorizzare il patrimonio contemporaneo della città – ha sottolineato Paolo Braconi – perché la fotografia non è soltanto memoria, ma anche uno strumento critico per leggere il mondo di oggi».

A chiudere la giornata, la performance sonora di Nicola Di Caprio, che con strumenti della tradizione africana e brasiliana riadattati, ha creato un paesaggio sonoro inedito e coinvolgente, accolto con grande entusiasmo dai presenti. «Ho cercato di restituire alla fotografia la sua dimensione invisibile, fatta di ritmo e vibrazioni – ha spiegato Nicola Di Caprio – trasformando il suono in una sorta di pellicola immateriale».

 

L’iniziativa ha confermato il ruolo di Fano come città attenta alla fotografia e all’arte contemporanea, capace di coniugare memoria storica e ricerca creativa in una dimensione profondamente condivisa.

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