Dazi americani, per l’economia della provincia di Pesaro e Urbino una catastrofe

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PESARO – “I dazi american al 30%?” Per CNA si annuncia una catastrofe per l’export della provincia. Se si considera che la provincia di Pesaro e Urbino è la seconda per importanza nel volume di esportazioni regionali verso gli States (il 27,7% del totale), dopo quella di Ascoli (33,3% che comunque annoverava anche il settore farmaceutico) e prima di quella di Ancona (il 21,1%), è facile immaginare quali siano le nubi che si ammassano all’orizzonte dell’economia provinciale, soprattutto nel settore della meccanica che sul volume totale di export verso gli Usa copre il 36,8% del totale.

Verso gli Stati Uniti la provincia di Pesaro e Urbino ha esportato nel 2024 merci per oltre 376 milioni di euro (erano 370 nel 2023 ma ben 430 nel 2022).

Scendendo nel dettaglio troviamo un ulteriore calo nell’export di Mobili scesi da 81 milioni di euro nel 2022 ai 76 milioni nel 2024. Brusca frenata anche per la Meccanica da 81 milioni nel 2022 ai 58 mln dello scorso anno. Sorprende anche un altro dato, ovvero che la voce di maggiore esportazione verso gli States dalla provincia di Pesaro sia attualmente la Produzione di armi, che nel 2022 fatturava ben 130 milioni di euro ma inspiegabilmente scesa (nonostante la richiesta del mercato), ai 96 milioni del 2024. Altro dato su cui riflettere quello relativo alle Produzioni alimentari che nel 2022 “cubavano” appena 1 milione 200 mila euro salite a 4 milioni e 360 mila euro nel 2024. Catastrofico invece il calo nell’esportazione di Vini, passato da 4 milioni e mezzo di euro nel 2022 a 362mila euro nel 2024. * dati Istat elaborati dal Centro Sudi CNA Marche.

“I dazi al 30% sarebbero insostenibili per il nostro sistema produttivo come per quello del resto d’Italia e d’Europa – dice il presidente CNA Pesaro e Urbino Michele Matteucci – e con effetti devastanti per le micro e piccole imprese per le quali l’export verso gli Stati Uniti rappresenta quasi il sesto del totale; una quota superiore a quella delle esportazioni complessive verso l’altra sponda dell’Atlantico”.

Per Matteucci inoltre occorre considerare il valore dell’export indiretto che è molto rilevante per le micro e piccole imprese che stanno già pagando gli effetti della debolezza del dollaro.

“Da qui possiamo fare poco ed è per questo che è assolutamente necessario che l’Europa sia unita per affrontare un complicato e difficile negoziato che deve puntare a salvaguardare il sistema degli scambi commerciali e la stabilità economica a livello globale. Quasi il 90% delle imprese che portano il Made in Italy nel mondo sono micro e piccole – sottolinea il segretario della CNA di Pesaro e Urbino, Antonio Bianchini – e ci sono tante  aziende anche nella nostra provincia che hanno le caratteristiche per esportare. Oltre alla trattativa a livello europeo, è necessario riattivare il tavolo con il Governo italiano per definire una serie di interventi sul piano interno accelerando il processo di semplificazione e sburocratizzazione che grava sulle imprese e con un intervento robusto per ridurre i costi dell’energia che penalizzano le nostre imprese. Ma non abbiamo molto tempo – conclude Bianchini – dobbiamo intervenire subito perché tra i mesi iniziali di attesa per le decisioni di Trump prima e questa snervante attesa per ridefinire quelli annunciati, le imprese non possono fare programmi, né investimenti. I danni sono già stati devastanti. Navigare a vista nell’incertezza è quanto di peggio possa capitare ad un imprenditore che deve garantire uno stipendio per sé e per le famiglie dei propri dipendenti tutti i mesi”.

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