Matteo Ricci: “Voglio una regione europeista, antifascista e sicura”

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MARCHE – “La regione che vogliamo è una regione del cambiamento, con la qualità della vita migliore d’Europa e la più sicura d’Italia”. Così Matteo Ricci, europarlamentare PD e candidato alla presidenza della regione Marche, al Teatro Annibal Caro di Civitanova Alta, in provincia di Macerata, andato sold out per l’iniziativa de “La primavera delle Marche” che, questa volta, ha visto sul palco anche due simboli di questi primi mesi trascorsi in giro ad ascoltare i cittadini, ovvero: la bicicletta e il pane.
La prima come simbolo delle aree interne poiché: “Bisogna ricucire le Marche partendo dall’entroterra, che è bello come andare in bici ma faticoso da vivere come è faticoso pedalare e a noi spetterà il compito di renderlo meno faticoso e più bello”. La seconda invece è il pane, richiamando così la fornaia di Ascoli: “Per una regione che si fonda sui valori della democrazia e dell’antifascismo”.
Il progetto di Ricci appare chiaro ed è quello di una Regione profondamente diversa da quella attuale, fondata su valori europeisti, democratici, solidali e con una sanità, un’economia e una rete di servizi finalmente all’altezza.
“Vorrei governare una regione europeista e non una regione che inganna e illude i marchigiani che chiudendosi dietro sovranismo bieco e arretrato si possa creare sviluppo e lavoro”, ha dichiarato Ricci in apertura, sottolineando come l’approccio attuale stia danneggiando imprese e famiglie. E ha avvertito: “Basta parlare con le nostre imprese… immaginate quando saranno in vigore i dazi: già solo averne parlato ha avuto ricadute sull’economia marchigiana, che si regge sulle esportazioni, già messe in crisi dai conflitti internazionali.”
Ricci ha riservato parole durissime anche contro l’attuale amministrazione regionale e le sue scelte politiche: “Questa politica ci dimostra che a livello nazionale e regionale non c’è più un centrodestra. Berlusconi o Reagan si rivolterebbero nella tomba. Questa destra si è allineata all’estrema destra mondiale e ora ne vediamo i danni: i dazi non solo ridurranno le esportazioni, ma faranno esplodere l’inflazione, colpendo chi già fatica ad arrivare a fine mese.”
Sulla sanità, Ricci non ha usato mezzi termini: “La sanità è nel caos. Abbiamo un assessore che non è in grado di fare l’assessore, e lo sanno anche loro: prima volevano cambiarlo, poi gli hanno messo un tutor e infine hanno dato la delega all’edilizia sanitaria a un altro assessore. Tre assessori che non fanno per uno. E intanto si fanno Case della salute senza medici, mancano medici di base, mancano infermieri, e nessuno parla più di salute mentale mentre lo psicologo dovrebbe diventare un diritto.”
Altro tema caldo, le infrastrutture, su cui Ricci denuncia immobilismo e propaganda: “Le infrastrutture devono portare le persone nelle Marche, non servono solo a tagliare nastri per propaganda. O si rilancia seriamente l’aeroporto delle Marche, mettendolo in rete con quelli dell’Italia centrale, oppure la smettiamo con i proclami.”
Sulle politiche sociali, Ricci accusa la giunta regionale di aver abbandonato un settore che era un’eccellenza: “Le Marche erano un modello nazionale. Oggi non c’è più nulla. Aumentano povertà, dipendenze, l’edilizia popolare è ferma. Servono politiche regionali sull’affitto, o aumenterà il divario tra chi ha e chi non ha.”
Netta anche la posizione sulla sicurezza: “Voglio togliere dalle grinfie della propaganda della destra la parola sicurezza e fare delle Marche la regione più sicura d’Italia. La sicurezza è un diritto e riguarda tutti. Non possiamo lasciare i sindaci da soli. Serve un progetto regionale integrato. Vogliamo una regione libera dalle mafie, che contrasti i furti, e useremo tecnologie per identificare le targhe e prevenire l’ingresso delle bande organizzate.”
Ricci non risparmia un attacco all’operato della giunta Acquaroli: “In cinque anni non hanno portato un euro nuovo in tre leggi di bilancio. Usano solo soldi stanziati dai governi precedenti. Ogni volta che tagliano un nastro, stanno vendendo come novità progetti di altri finanziati con fondi del PNRR al quale hanno votato contro. È una farsa.”
Infine, Ricci ha voluto ribadire i valori democratici al centro della sua proposta politica: “La nostra sarà una regione antifascista, che non celebra la marcia su Roma ma le date fondanti della Repubblica. Lo abbiamo visto ad Ascoli, con Lorenza, una giovane panettiera identificata per uno striscione: il sindaco non le ha dato solidarietà, ma solo vittimismo ipocrita.”
E chiude con un’immagine netta della sua idea di futuro: “Le Marche che immagino sono le Marche del cambiamento. Sono le Marche con la più alta qualità della vita d’Europa. Il nostro simbolo è la bicicletta, il loro è il divano: perché stanno seduti e si accontentano della mediocrità.”

Il prossimo appuntamento in programma con “La primavera delle Marche” sarà al teatro comunale Domenico Alaleona di Montegiorgio, in provincia di Fermo, il 9 Maggio alle ore 21:00.

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